Wednesday, January 31, 2007



Autori-tratto

Stamattina sono andato alla Siae, a registrare un paio di pezzi. Mi piace un sacco andarci, entrare in quel palazzo, camminare per quei corridoi nei quali sono passati nel tempo tutti i più grandi scrittori, drammaturghi,cantautori, compositori del novecento. Non è che mi sono montato la testa eh, proprio no, è più un fatto di ammirazione per gente alla quale, come appassionato di musica,come cittadino e come uomo, mi sento di dovere moltissimo. E poi mi affascinano sempre i dietro le quinte, come delle opere d'arte (depositate lì, nella sede di Roma, ce ne sono davvero molte), debbano passare per la burocrazìa per diventare per tutti tali. La sede della Siae di Roma poi, è un palazzone anni 6o, con infiniti corridoi ed infinite porte, tipo romanzo di Kafka, roba da film di Alberto Sordi (che sicuro di lì sarà passato) o da film di Totò e Peppino. Ed infatti ci si incontrano anche un sacco di macchiette da avanspettacolo, io poi sembra che ho la calamita per certa gente buffa. Dovete sapere che l'ufficio deposito bollettini è una stanza abbastanza grande, con un grande tavolo ed uno specchio che prende tutta una parete: il tavolo è per compilare i bollettini(nei quali si scrivono le generalità, i dati del brano che si deposita e 8 battute del tema principale della canzone etc..), lo specchio credo sia per guardarcisi dentro e dire "e che dio ce la mandi buona". Succede che mi siedo a fare il mio dovere di socio della società italiana auotri ed editori ed inizio a compliare il modulo. Mentre faccio questo mi si siedono vicino 3 persone, sulla cinquantina, uno dei quali molto più scafato degli altri due. Immagino che questo sia l'editore e gli altri due, con la faccia da buzzurri e con un accento romagnolo, gli autori. Immagino che lo scafato gli stia rifilando qualche pacco, e che si stia annoverando, chissà per quale motivo, tra gli autori di un pezzo che fa "la la la, ti ti ti, na na amore mio". Ad un certo punto uno dei due autori fa allo scafato "e se questa la facessimo cantare ai Ricchi e Poveri?"; l'altro lo guarda come per dire "fai il bravo su, che queste sono cose da grandi". Io rido e continuo con la modulistica, che tutto sono tranne che un tipo preciso in queste cose (un giorno vi racconterò dei miei rapporti con l'Esercito Italiano e riderete di brutto). Dopo pochi minuti nella stanza entra un signore anziano, con una sciarpa blu al collo: la signora della Siae lo saluta cortese e lo chiama maestro, un uomo in fila, vestito da attore italo-americano fa lo stesso. L'uomo con la sciarpa è Giacomo Rondinella, che ho scoperto essere un cantante napoletano molto noto in passato, anche negli stati uniti (nei quali ha vissuto per molti anni). Ha dei cd in mano e si lamenta che la Warner li ha pubblicati senza chiedergli l'autorizzazione; penso "ha ragione cazzo, bravo. Vedi ha 80 anni e ancora ci tiene ai suoi diritti, soprattutto quelli d'autore". L'attore italo-americano (sui 55 anni) si rivolge al maestro Rondinella e gli fa "eh caro Giacomo erano bei tempi quando stavamo a Broccolino. Cene, concerti, risate, quelli si che erano tempi". Rondinella lo guarda, guarda me e poi fa :"dirò una cosa banale ma credo che l'importante sia essere in buona salute. Quando c'è quella c'è tutto." Penso "ha ragione cazzo, bravo. Vedi ha 80 anni e ancora ci tiene ai suoi diritti, sopratutto a quello di stare ancora in verticale". Nel frattempo i buzzurri continuano a farsi raggirare, con lo scafato che gli gironzola, fintamente cortese, intorno. Io dopo aver finito di compilare in ogni singola parte i bollettini li porgo alla signora Siae, davvero gentilissima. Controlla tutto poi accenna un sorriso, un ghigno divertito: "meno per meno uguale meno: simpatico come titolo".
Le sorrido e non so che dire, la ringrazio e la saluto. Il maestro Rondinella esce dalla stanza pochi secondi prima di me: è diretto ad un certo ufficio per reclamare di quella cosa che vi ho detto. Penso "magari ad arrivarci a quell'età così, in tutti i sensi".

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