Monday, February 26, 2007


Pianse e le lacrime colavano a picco sulle guance, meteoriti lanciati a gran velocità verso la grotta della bocca. Da questa sbuffava di tanto in tanto il grigiore di un fumo d'erba, misto a tabacco, misto a carta strappata per fare meno male. Indossava per il perimetro del corpo una soluzione di cotone 100 per cento: di lana fuocaia neanche l'ombra, il gelido della sera amava sentirselo rovinare indosso. La finestra della stanza era spalancata, nonostante la stagione, nonostante fosse il modo migliore per prendersi un malanno straccia fiato. Ghirò aveva 20 espresso calati nella falce dello stomaco, nonostante questo se ne stava sveglio, fissando il cielo che è vero che è sempre più blu.
Pensò, nel cadere di un bicchiere di vetraccio, che un punto andava messo, che succede che uno comunque va avanti, che in "ginocchio da te" finisce che poi uno si annoia. Quella sera, come dire, si sentiva un altro, a dispetto di quanto sostenuto dall'inchiostro seppiolinico della sua carta d'identità. All'interno di questa una foto, dentro questa un certo tipo con un espressione inconfondibile di uno uso allo sbadiglio: nella vita si dorme e ci si desta, è la sveglia la più grande invenzione di questo secolo. Una volta a B.Brecht chieserò, dopo un periodo di assenza dalle scene:
"maestro a cosa sta lavorando in questo periodo?"
"sto preparando il mio prossimo fallimento".
Non male come frase; o sbaglio?

p.s. dal counter ho notato che siamo in media una trentina di persone al giorno..a voi, miei aficionados, invio le miei più sentite congratulazioni per la scelta dei blog da frequentare.(che sbruffone del cazzo)

Sunday, February 25, 2007


Boh..

pizzichi di rovo ed una spina al fianco provo
vedendovi sbiadire, sapendovi distante.
ustione del cuore, cadere a picco nel brindare
goccia a goccia terminerà anche l'acqua della doccia.
rintocchi del miele in tazze di latte bianco neve
segano l'ora esatta dell'amarissima partenza.
caspita che sole annegato nella gola del mare,
seppia tra le righe del foglio, trasforma la giornata in imbroglio.
fuochi di candele, echi di mezze confessioni:
ebbene si lo ammetto, per voi avrei ingoiato anche un rospo.
sembra che paziente sia chi dimentica, impara e va avanti.
per quanto mi riguarda intendo la vita forma di resistenza.

Saturday, February 24, 2007




Ad esempio ero un fascicolo nell'ufficio della sede periferica,
un grappolo d'uva scordato a marcire nel fondo della cassetta.
Ad esempio ero un 7 da riportare, un punto e virgola e a capo, un specchio all'angolo macchiato.
Ad esempio ero zucchero da girare, un polizesco da riconsegnare;
nei giorni liberi un ritardo, nei feriali il panno stracciato di un biliardo.
Ad esempio un pennarello spuntato , un manichino spogliato, pelato.
Ad esempio ero pepe negli occhi, coca nel naso, pianto sulla superfice delle guance.
e poi ci provarono in tanti a ricordarmi che ad esempio non bastava, che bisognava smettere di farsi avanzi. e me lo disse pure il capo, che ci vuole ferma posizione, che non si possono cavalcare due cavalli con un culo solo. Ad esempio presi allora ad esempio il Gazometro di Roma, perfettamente inutile ma che se ci pensi, sta fermo da una cinquantina d'anni.
Il morale della favola è sotto le scarpe: quello della truppa annacquato come la carne in una zuppa.
Ad esempio basta con gli esempi, che entrino le scimmie, che lo spettacolo iniziii..che...boh..mi so scocciato di scrivere.

Thursday, February 22, 2007


vai a capire dove..

mi affaccio solo per dire che non sono sparito. E' che in 3 giorni avrò dormito una decina di ore e la vita corre frenetica. Già da questo fine settimana però Cineserie riprenderà la sua normale programmazione, quasi quotidiana, con tante novità ed appassionanti storie di vita vissuta (o inventata). Vi anticipo da subito però che difficilmente, e stavolta davvero, sentirete più parlare di Madeleine. Ho parlato con Freddy, di sfuggita al telefono, e mi ha assicurato che la storia è veramente conclusa, per volontà somma del caso.
"cosa mi resta di lei?" mi ha detto tra una chiacchera e l'altra.
"sostanzialmente una sciarpa colorata, una canzone scritta per lei, ed un sacco di altre cose che non racconterò mai". Infatti cari amici, tutte quello che in questi mesi vi ho detto dell'affaire Madeleine, era vero solo in parte (vai a capire quale). C'è chi l'amarezza la accumula e diventa scontroso; c'è chi la fugge e diventa cinico: c'è chi ci sguazza dentro e quasi quasi gli piace. Freddy fa parte piuttosto di quella categoria di persone che cerca di sublimarla: per non diventare pazzi, cinici, per prendersi in giro, per volgere la polvere in zucchero filato. Io ora vado a dormire che ne ho tanto bisogno. Che altro volete che vi dica? Il telefono è spento e da qualche parte in questo tragicomico periodo sono sicuro si nasconde la felicità (vai a capire dove)

p.s. forse c'è stata una scintilla secolare in questo anno malato di non amore.

Monday, February 19, 2007

e la pennichella?!

e insomma dico "va bene la poesia, il romanticismo..ma qui me pare che più uno eh e meno..boh, sara..e donne valle a capì..dice "ma perchè, che è?"..."gnente, 'n te preoccupà, io so forte, me la cavo da solo".. e poi dico "inzio questo corso che ho vinto alla camera di commercio".."ah si?"..dico "si, molto interessante, così almeno penso a altro"..e dice "che orari fai?"...faccio "aspetta che vedo, sono usciti ora ora gli orari..eccoli qua..allora faccio..faccio...dalle 9 (mbe dai le 9, si può fare, non è presto)..si si infatti..allora faccio dalle 9, che non è presto, alle..vediamo un pò...mbè dai sarà fino alle 14, massimo...aspetta un attimo ti dico, ho qui gli orari...faccio fino alle..mortacci loro..fino a che ora fai?..mortacci loro..fino alle 17:30...mbè ci sarà una bella pausa pranzo di sicuro..si sicuro..aspetta c'è scritto, controllo...dice...30 minuti..30 minuti?dalle 13 alle 13:30...e a pennichella?!"l'animaccia vostra..

Sunday, February 18, 2007


Sconcerto di mezzo inverno.

E venne il giorno dei calamari e dalla loro carica d'inchiostro. Giunse il turno dei grilli e della loro attitudine al gracchio. Arrivò, così pare, il momento atteso delle cicale, cantanti destinate a divenir fenomeni passeggeri, dicasi pure "meteore". Dietro le quinte del teatro di fili d'erba, il coro di formiche marciava in fila verso i camerini che la produzione aveva loro, controvoglia, assegnato. Le pulci erano invece saltate in sella ai cavalli per tornarsene in albergo: avevano fatto la loro di parte, ed ora si meritavano un ristorante riposo in orizzontale posizione. Due o tre polli si facevano circuire dalla solita volpe- impresario che, guarda che sciocco il mondo, proponeva loro una turnè gratuita per tutte le campgne del mondo. Ricordo poi una vespa, con sopra un motorino, schiacciata dunque dalla sua solita mania di cacciarsi in situazioni più grandi di lei.
E c'erano paganti a quello che, stando alle parole della televisione, avrebbe dovuto essere il più grande concerto di quel freddo freddo inverno. Tra il pubblico Freddy, tra il pubblico Madeleine, seduti uno accanto all'altro, in corso di conversazione. Sorridevano, scherzavano e l'attesa era leggera, godibile un pò come sempre. Piacere che durò poco però, rotto bruscamente dall'irrompere degli attori-cantanti sulla scena: una gran confusione, roba da bestie,da animali.
Schizzi di nero, grida di dolore, rutti pindarici al sapore di plancton, molliche di pane lanciate dal palco sul pubblico(piuttosto che il contrario). E poi, capricorni infuriati alla selvaggia tra i presenti, leoni rombanti la loro vanità, scimmie in frack impegnate nel solito numero della carta che sparisce. Un delirio generale, un disordine che neanche allo zoo, uno stravolgersi degli eventi che boh proprio non si capisce. Freddy provò a stringere la mano di Madeleine ma lei si scostò: ci provò per una seconda volta e lei, per una seconda volta e poi una terza, lasciò cadere la propria mano sul fianco del proprio giovane corpo. Freddy avrebbe voluto dirle "forza andiamocene di qua, da questo impiastro, da questo ingorgo "; lei fece segno di si ma poi di no. Disse che andare via andava bene ma che insieme non era il caso. fu così che presero strade diverse: con molta probabilità chi quella giusta chi quella sbagliata.

p.s. questo non è sbandierare ai 4 venti...

Palermo è una città strana, ancor di più se hai poco tempo per assimilarne le enormi contraddizioni e quel fascino così anomalo che la contraddistingue. Non la vedevo da più di 4 anni, e non mi sembra sia cambiata molto. Il monumento a Falcone sulla strada di Capaci, l' immenso viale regione siciliana, il centro storico così intrigante, le periferie che sembrano essere state appena vittime di un bombardamento.. Ho avuto poco tempo per inquadrare tutto il contesto, giorni abbastanza frenetici ma estremamente piacevoli e familiari come non ricordavo da anni.. Mi sento decisamente meglio in questi giorni, e consapevole che la " svolta" è assai prossima e ormai connaturata ai miei obiettivi. Da Palermo a Roma, andata e ritorno. E il ritorno non mi è mai sembrato così reale come adesso..

Friday, February 16, 2007



Cucina con Nasone (olio su tela, su dita, su guance..olio un pò dovunque)

Nella stanza il rumore di gocce cadenti, giù dal quinto piano del rubinetto dritte al fondo del lavandino. Un piatto sporco di carne macinata, un bicchiere baciato sul bordo da labbra baciate da vino rosso, un pò più a sud una pentola gravida di un pentolino più piccolo. Poi sciami di forchette, coltelli, cucchiai, affolano il dorso di un'insalatiera senza insalata: odio lavare le posate e così le prendo in parola, le lascio tutte sporche lì, "posate". Sul tavolo una bottiglia di acqua minerale e qualche mollica di pane, una di queste schiacciata dal mio gomito. Dalla bocca sbuffo il finale di una sigaretta mista ad un pizzico di noia, anzì no, mista ad un certo giramento di coglioni. Nel riflesso della finestra mi accorgo che ho una barba troppo lunga per i miei gusti, utile tuttavia in momenti come questi: me la accarezzo, la attorciglio, la spolvero come fosse una tovaglia. Raschio la gola e faccio un rumore di macchina che cambia marcia, marcia come il collo della pera che supera la barriera di aranci e mele posti nella fruttiera. E' sera, su questo non ci piove, su tutto il resto invece i soliti dubbi riniziano a darsi un bel da fare. Oggi ho avuto tutto il giorno la testa pesante come una forma di grana, come se mi avessero rintoccato a campana la fronte con una padella che forse non attacca, ma di sicuro si difende bene.
"Io devo starmene un pò tranquillo" questo il mio ultimo e più instabile pensiero.

p.s. che ne dite della nuova veste di Cineserie?

Thursday, February 15, 2007


3 minuti di tempo. (oggi ho fatto un pò di colloqui, di diversa origine)

(Camera di commercio di Roma. Via capitan bavastro 112. -Quartiere Gabatella - ore 11:50)

1- Buongiorno.
- buongiorno. Lei è G.Luca.
- Si.
- Bene la inviterei a parlarci un pò del suo c.v., delle sue esperienze di lavoro.
- si. Mi sono laureato in luglio con una tesi sulla Responsabilità sociale d'impresa, argomento dunque molto vicino a quello che sarà oggetto del corso......è per questo che sarei interessato a parteciparvi..(E via così a dire che, ho fatto di qua, ho fatto di là, mi aspetto questo mi aspetto quello.)...25 anni..si lo so, ne dimostro di più..è la barba che invecchia..già..buongiorno..

(Ristorante Miscellana. Via delle Paste. - Zona Pantheon - ore 13:30)


2- Ciao.
- Ciao. Mi chiamo Marco.
- Dimmi su, parlami un pò di te.
- niente, io sono un tipo solare..mi piace conoscere sempre gente nuova...è per questo che sono qui oggi..si, in fondo siamo tutti un pò aritsti..anche se non sembra sono una persona timida..mi piacciono gli animali..lavoro nel ramo delle assicurazioni..e tu?
-ramo scienze esatte..
-ah interessante..beh certo le scienze sono cose che...ah, dai anche lezioni...ah..bello..anche io adoro i bambini..sono bellissimi...
- trovi?
-si
- e io invece no. ciao
-ciao

3 - (scalinata di Trinità dei Monti - p.zza di Spagna -Roma- ore 15:40)
-ciao.
-ciao. come ti chiami?
-Io Freddy, e tu?
- Madeleine.
- che fai qui?
- nulla di che. spiegavo ad un mio amico le leggi dell'ottica, della prospettiva. ad esempio?..se avvicini il dito all'occhio mentre guardi il sole farai caso che il sole scompare..se allontani il dito invece magicamente...e tu che fai?
- ascoltavo una mia amica che mi spiegava le leggi dell'ottica..
-ah si, e cosa hai imparato..?
-che all'ombra questa mia amica è ancora più bella che quando c'è il sole..
....(passaggio di bambino con mamma..bel bambino, bella mamma...papà un pò tonto che ingozza il bimbo di omogeneizzati...)...
- allora ciao
-ciao.

4- (Birrificio Ostiense Artigianale - p.zza Ravennati 1 - ore 21:50)

- ciao. Io sono Monica, sei tu Sgamas?
- si, sono io. Dimmi..
- mi hanno detto che potevo parlare con te per suonare..io ho un quartetto jazz..
- ah interessante..
-siamo in 4
- beh si, se siete un quartetto..
- ah già che cretina...questa è la nostra demo..c'è il mio numero..
- ok..io la ascolto e ti faccio sapere..
- mi chiami tu?
-si ti faccio sapere io..ciao
-beh ciao..tanto io sono lì, al tavolo..
-ok..allora ci vediamo in zona..ciao

p.s. scoprite quale dialogo è falso...o forse "uno, nessuno e centomila"?

Wednesday, February 14, 2007


la sacra ruota

Stavo davanti al Forlanini, un ospedale che se non fosse un ospedale sarebbe un posto splendido. Devo confessarvi la mia passione per l'architettura, sia da un punto di vista urbanistico che per quel che riguarda la costruzione delle case, dei palazzi: davvero la cosa proprio mi incanta. E devo altresì confessarvi il mio debole per l'architettura fascista, per quelle strutture imponenti, del tutto simili a certi quadri di DeChirico. (tipo LaSapienza, l'Eur, il secondo periodo della mia amata Garbatella e per l'appunto il Forlanini). Insomma mi trovavo lì, per ragioni che non sto qui a spiegarvi, e lascio la macchina nell'apposito parcheggio anticircostante l'ospedale. Faccio i giri che devo fare e dopo una mezz'ora torno a raccattare la mia vettura. Lì mi accorgo che un signore ha lasciato la sua macchina proprio dietro la mia e che per questo mi ostruisce il passaggio, mi impedisce di uscire dal parcheggio. Mi avvicino a lui e prendo atto che, porca di una miseriaccia, il suddetto automobilista ha bucato.
"non mi dirà che è la sua?" mi fa riferendosi alla mia voiture.
"eh si".
"ho bucato"
"si lo vedo.."
Premetto che pioveva e che lui era, ed è, un sigonre anziano, sulla settantina. E' per questo che gli dico: "su, lasci, la cambio io la ruota". E giù a sbullonare, con le mani che diventano nere come il carbon. Monto quella di scorta e scrckiamo (togliere il crick), la macchina si affloscia sull'asfalto ed è pronta a ripartire.
"manco alla Ferrari" dico al vecchio per scherzare. Lui ride ed ha un viso proprio gentile. Mi racconta, con un accento del nord, che una volta, da ragazzo, aveva caricato tutta la macchina (gommone, sdraio etc..) e dopo 20 metri gli si è bucata una gomma. E allora giù sbullonare, con le mani che diventavano nere come il carbon.
"meno male che ho incontrato lei, altrimenti come facevo. Sa, alla mia età"
"ma si figuri. Se non ci aiutiamo tra di noi" dico io. (la frase mi è uscita così, automatica. Infatti non ho mai capito, udendo da altri quella frase, chi sarebbero questi "noi"..comunque l'ho detta)
Il signore mi guarda e mi fa: "Dio le renderà merito per quello che ha fatto".
Io sorrido, perchè in quel momento penso che mi ha detto proprio una cosa meravigliosa. E il tono di voce poi, sincero, asciutto, come se secondo lui davvero Dio mi renderà merito per una cosa del genere. Ora, io non credo in Dio e quindi le cose si complicano. Tuttavia per un istante, ed anche sulla strada del ritorno, ho creduto davvero di essermi conquistato una sorta di credito col Padre Eterno. Ho vissuto le parole di quel vecchio come una carezza, mi hanno trasmesso un senso di pace che non vi dico. Io, l'ho già detto altre volte, sono molto sensibile alla cortesia, la ritengo una caratteristica indispensabile per ogni persona. Stavolta però era qualcosa di più: questo rimandare a Dio, questo riferirsi ad un ordine superiore, ad una dimensione ultraterrena, davvero mi ha colpito. E mi è piaciuto. Non che abbia iniziato a credere, quello no, tuttavia mai mi sarei aspettato che cambiare una gomma potesse portare a tante e tali riflessioni. Mi starò invecchiando, che vi devo dire.

Tuesday, February 13, 2007

Vero o falso?

Madeleine guardò Freddy nella cornetta del telefono , poi disse:
"certo che sei lamentoso!"
"lamentoso io? no, non è vero".
"è vero invece, lamentoso e permaloso!"
Freddy si morse l'interno della guancia destra poi disse: "permaloso io? ma vaffanculo!"
Tuttavia le cose non andarono così , tuttavia non ci furono parolacce in quel dialogo. L'autore l'ha scritto così per il gusto di inventare, di tirare il filo di lana che spunta dal maglione, per vedere insomma quante possibilità ci sono in questo intreccio di vite. Puro esercizio di stile, che una cosa è la realtà ed un'altra, cari amici, la finzione. Freddy e Madeleine di nuovo insieme, di nuovo consegnati al dialogo: ma per davvero o per daffalso? Si accettano scommesse.

p.s. cof..cof..molto male...ieri andato via da lavoro prima..cof..cof..

Sunday, February 11, 2007


Cineserie e varie stupidità.

E nel ritorno mi venne un dubbio, che ora purtroppo non ricordo. E decisi, chiudendo lo sportello della macchina, che sarei filato dritto a letto. E pensai, entrando in casa, che non era più tempo di pensare a niente. E mi accorsi, lavandomi i denti, che non si può smettere di pensare a qualcosa, che non lo si decide da un momento all'altro. E c'è qualcosa che mi inquieta, da una vita, ma ogni volta ha un aspetto diverso. Oggi sei tu, domani sarà la strada da percorrere che non trovo, che non so che aspetto ha.
E vorrei che se ne andasse via questo incespicare, una volta per tutte, che mi lasciasse libero di rispondere alla domanda:
"come stai?".
"bene" vorrei rispondere a pieno cervello "sto bene".
Perchè non riesco? Possibile che sono tanto stupido da non capire che per essere sereni bisogna anche volerlo, bisogna asumersi la responsabilità di dirlo al mondo intero. Mi mangerei le mani, se solo non mi servissero per scrivere, per afferrare altre mani, i bicchieri, il manico di una chitarra, il becco di un quattrino. Io credo che crescere sia anzitutto emanciparsi dalla proprio stupidità: stasera sono uno schiavo, schivo, così campato in aria da fare schifo. Ma non va male, al contrario, va tutto bene; ed allora, perchè rompo tanto i coglioni?

Saturday, February 10, 2007


Regole per un buon vivere (o alle brutte discreto)

1 - quando piove bisogna usare l'ombrello, che altrimenti il giorno dopo ti viene il mal di gola ed il raffredore.
2 - quando uno c'ha fame si mangia il pane
3 - quando uno c'ha sete si beve l'acqua
4 - con una bella dormita passa tutto
5 - con un poco di zucchero la pillola va giù
6 - il venerdì sera non bisogna andare mai al Gonfalone (un pub del centro, vicino via Giulia, che pare il locale di Umberto Smaila)
7 - rispondere al telefonino solo quando si ha voglia di farlo
8 - accordare gli strumenti prima di iniziare le prove
9 - fare l'abbonamento dei mezzi pubblici, se si stima di utilizzarli spesso
10 - onorare il padre e la madre, ma solo se essi sono degni.
11 - fare le pernacchie al telefono.
12 - farsi una bella nuotata un paio di volte alla settimana (ma poi asciugarsi bene i capelli)
13 - fare all'amore nei tempi e nelle modalità che si ritengono più opportune
14 - fumare poco e bene
15 - bere poco e male
16 - acciaccare le dite dei piedi della propria amata (se ella ve ne da la possibilità)
17 - cambiare amata se ella non consente l'operazione di cui al punto 16.
18 - avere un' amata (che altrimenti vengono meno sia il punto 16 ch eil 17)
19 - ridere, ridere, ridere ancora
20 - varie ed eventuali.

Thursday, February 08, 2007

nun da retta

Il jazz è proprio una gran cosa, suonarlo poi rientra nelle attività che prediligo. Non che lo sappia fare intendiamoci, quello è tutto un altro paio di maniche, ad ogni modo per quel poco che mi riesce mi diverto come un pazzo. Stasera al locale suonava un gruppo di scansonati quarantenni e passa, un quartetto (jazz ovviamente), il cui bassista è un mio amico di vecchia data. L'altro giorno mi fa " e daje porta a chitara che te fai un par de pezzi co noi". Io seguo il suo invito e porto achitara (gentilemente prestata dal collega Gentili) ed ampli, il mio amato Fender Deluxe. Anche il batterista è la prima volta che suona in quella formazione e così ci ritroviamo a "vedere un pò come vanno le cose". Il pianista, tale Cuccaro, è un grande suonatore, molto tecnico ma provvisto di un fraseggio cantabile, agile, a tratti pirotenico; è l'anima del gruppo ed una persona simpaticissima. Il sassofonista, il maestro Coppola, è invece un mestierante, nel senso buono del termine.: suona alla grande ed ha anche una discreta voce da swinger (sempre che si dice così). Al basso c'è il mio amico, Stefanino, ottimo bassista funky ed abile immischiatore col contrabasso. Alla batteria invece un certo Alex Checo, più portato per il latin che per i tempi swing. Alex ha una sala prove ad ostia ed è da lui che, da adolescente, andavamo a fare le prove con i Gazzeladri, il mio primo gruppo in assoluto (credo). Alex ha una voce squillante ed è con questa che mi dice "bravo, ne hai fatta di strada dall'epoca. Te ricordi quando venivate a fare i Nirvana da me?". Il ricordo mi diverte e così gli rispondo "e menomale che sono migliorato, sono passati pure 10 anni, sarebbe stato grave il contrario". Io rido ma lui non mi segue, mi fa "nun da retta, mica tutti arrivano a sonà come te. BBravo". Di sicuro esagera, un pò per cortesia un pò perchè, se sono lì a suonare è perchè li ho chiamati io. Non è un fatto di modestia, ma di onestà: come chitarrista me la cavo, ma davvero nulla di significativo. Alla mia età, c'è gente che mi mangia in testa, che il paragone fa ridere, punto e basta. Tuttavia si dice che uno debba imparare a prendersi i complimenti, perchè merce rara, e così lo ringrazio e gli faccio pure un sorriso. Insomma comincia la serata e suoniamo. Io da che dovevo fare 2 pezzi finisce che li suono quasi tutti (oh, mica è colpa mia se si suonano sempre gli stessi standard). Ci divertiamo tutti da matti e, almeno questa era lì per lì la nostra impressione, sembriamo un gruppo vero, di quelli che suonano insieme da una vita. Io poi, quando vedo il pianista che mi guarda sorridente, che approva la mia presenza, mi rilasso e suono sereno , che come va va, toppe comprese. Finiamo il primo set e non vedo l'ora di ricominciare. Si rinizia e vorrei non smettere più di suonare. Purtroppo, dopo due ore e passa, di concerto i giochi s'hanno da chiudere e così facciamo la solita "tenor madness" per chiudere. Cari amici/e, cari lettori/lettrici, cari compagni/e, stasera mi sono proprio divertito come un ragazzino. Che bella la musica, davvero qualcosa di commovente. Il bello è che più vado avanti e più me ne innamoro. più la ascolto, più la suono e più mi dico "che culo l'aver iniziato a suonare uno strumento, è una delle migliori scelte che ho fatto in vita mia". notta a tutti..ahhhhh, oggi sono elettrico!!

p.s. notte Madeleine, buon risveglio ma cherie.

Wednesday, February 07, 2007


Ecce Vinicio
per farvela breve. finiamo le prove, nel garage di casa mia, e si salutiamo. io salgo a casa e dopo qualche secondo mi suonano al cancello.
"chi è?che vi siete scordati?"
"mi hanno chiamato ora:a mezzanotte c'è Vinicio al Beba do Samba, andiamo?". Giacca, tascapane, sciarpa, cappello. Macchina, cristoforo colombo, tangenziale, san.lorenzo. Canna, birra, prima fila, in attesa che il sommo arrivi. Suona fa un pezzo ed esce. é nell'atrio del locale ed io e Alessandro, il mio bassista, ci avviciniamo. Io non ho parole, ed allora parla lui. Dice che gli abbiamo fatto avere una demo e che volevamo sapere se l'aveva sentita. Lui è proprio come me lo immaginavo: non guarda in faccia quando parla (per timidezza), ha un alito alcolico, è mezzo ubriaco. Dice sorridendo:
"sai io non ascolto mai niente, neanche la mia musica."
Ale gli dice "beh, per quello fai male". lui sorride, io sto zitto, non mi viene da dire nulla.
Vinicio si tocca la barba e si guarda intorno, vorrebbe allontanarsi da noi ma per cortesia non lo fa. Non sa che dirci e dalle parole di Ale si congeda con "scusami, è che sono un pò perso. Scusa, vado in bagno". E ci va. Noi restiamo lì così, neutri, senza grandi emozioni, con due cicchetti di rum in mano. Brindiamo alla salute ed usciamo a fumare (io). Per caso incontriamo Higuerra e scambiamo due chiacchere con lui. Vinicio è dall'altra parte della strada, con la sua ragazza, che chiacchera a sua volta con un paio di persone; ad un certo punto arriva un taxi, ci salgono su e spariscono per via dei rieti (credo). Che vi devo dire: incontrarlo non mi ha fatto molto effetto, meno di quello che credevo. Più che altro un grande imbarazzo, quello si, di non sapere cosa dirgli. E poi, in fondo, chi lo conosce a questo Capossela? io conosco uno che scrive canzoni strappafiato, il resto forse conta davvero poco.

Tuesday, February 06, 2007

L'incoscienza prima di tutto

Mi chiama C., una mia amica, e mi dice "domani, in una libreria vicino Via Giulia, c'è una conferenza sull'Africa, sul Social Forum che c'è appena stato a Nairobi. Ti va di accompagnarmi?". Con C. stavamo insieme al Liceo (per un periodo, "insieme" in un paio di sensi) ed è tanto che non la vedo: le dico "si, ti accompagno, basta che prendiamo la tu amacchina che io sono in riserva. (si veda in merito il post di ieri). E allora andiamo a questa conferenza, ci sediamo ed iniziamo ad ascoltare gli oratori che orano, gli intervenuti che intervengono, gli annoiati che si annoiano. da quanto ho capito, e da quanto ne so, questi social forum sono occasioni nelle quali Ong ed Associazioni generiche si incontrano per scambiare esperienze, per parlare di come va il mondo e per creare reti di conoscenze. Reti, network, connessioni, interscambi, azioni di concerto, empowerment, action; queste le parole che hanno dominato la conferenza di oggi pomeriggio. Io per la prima mezz'ora ascolto poi mi scoccio e capisco, o meglio mi ricordo, (visto che per un periodo ho anche io militato in Amnesty International) che il mondo delle associazioni non fa per me: troppa burocrazia, troppe ingessature, troppe parole astratte. Dopo un pò, i discorsi così alti, mi fanno venire le vertigini, il cerchio alla testa ed il formicolio alle gambe. Grazie a dio la conferenza alle 20 finisce, torniamo a Ostia e mi incontro con dei miei amici.Uno di questi mi fa :"namo a casa mia a vedesse "l'orchestra de piazza vittorio", il film, è na figata. L'idea mi stuzzica e così facciamo. Il film inizia, si svolge e mi incolla allo schermo, mi ammutolisce. E' la storia di Mario Tronco (il pianista degli Avion Travel, quello che vedete nella foto) che un giorno decide di formare dal nulla un orchestra di musicisti provenienti da tutto il mondo e che sono immigrati in Italia, in particolare a Roma. Lì cerca nei negozi, per strada, nei mercati, li scova che suonano a via dei Fori Imperiali. Vengo rapito dalla forza di quest'uomo, dalla sua grandezza, dalla sua incoscienza, da quel sorriso negli occhi che hanno solo i bambini, o gli innamorati. Mario Tronco riesce, tra mille difficolta, economiche, organizzative, a fare la sua orchestra, dimostrando una forza che un decimo basterebbe. A me queste persone fanno venire la gioia di vivere, tanto impegno, tanto amore per l'incotro con i propri simili, tanta passione per la musica, proprio mi fanno venire voglia di mettermi a saltare. "L'orchestra di Piazza di Vittorio", non è un film sull'integrazione, sulla possibilità di vivere pacificamente tra popoli diversi; credo sia piuttosto un invito alla vita, ai rapporti tra pari, una critica (implicita) alla retorica delle associazioni, quelle che fanno le reti, rischiando di rimanerci incastrate dentro. Se avete tempo date un 'occhiata al film, se non lo avete ascoltate il disco (sona); è musica splendida, perchè libera, pensata ed eseguita al di là di ogni retorica. C'è gente in giro che ha un entusiasmo, una lucidità, un'umiltà ed una curiosità, che dovrebbe andare ad insegnarla nelle scuole. notte.

Monday, February 05, 2007



Pazze idee

I miei genitori si sono sposati nel 1973, in piena crisi petrolifera, quando, per le questioni del medioriente(quarta guerra arabo-israeliana, se ricordo bene), il prezzo della benzina era balzato alle stelle. Si sono sposati di sabato perchè , proprio in quell'anno, vennero inventate le domeniche senza automobile; e che ti sposi a piedi? Se non ricordo male, sempre in quell'anno, nacque la storia dell'ora legale, per guadagnare un'ora di luce e far si che si consumasse meno elettricità. Nel 1973, in Cile, Pinochet(con l'ormai comprovato aiuto della Cia) mette in atto il colpo di stato e caccia il socialista Allende; il ministro Spagnolo Carrero Blanco(siamo sul finire della dittatura di Franco) viene assassinato da un gruppo di terroristi, mi pare fossero Baschi. Negli Stati Uniti scoppia il Watergate(Nixon viene accusato da un giornalista di aver raccolto illegalmente delle informazioni su alcuni suoi avversari) che farà cadere Nixon, mentre in Italia Patty Pravo canta "pazza idea". Oggi, più di trent'anni dopo, Pinochet è finalmente schiattato (la Chiesa ha pensato bene di fare funerali religiosi per un assassino di quella portata) ; gli americani sono i soliti figli di puttana; Patty Pravo di sicuro fa ancora serate in cui canta "pazza idea"; i miei genitori sono ancora insieme;le domeniche a piedi continuano e c'è ancora pure l'ora legale. La situazione in medioriente è al solito caldissima e il prezzo del petrolio incredibilmente alto. Non è cambiato nulla dunque? Manco per niente, la storia non si ripete, è una favola quella dei corsi e ricorsi storici; le cose sono cambiate e mi sento di dire in peggio e di molto. Ne parlavo proprio ieri sera con un certo Ciro, uno che gli anni 70 li ha fatti, uno che ora fa l'attore, il regista, in teatrini di provincia. E lui mi diceva che è tutta una questione di spazio; prima si stava meglio perchè avevi più possibilità, più chance (mi pare ha usato proprio questa parola). E sarà pure così, e sarà pure vero, ma a questo punto, uno che deve fare? Andarsene via lontano? E dove? e come faccio, che ho la macchina in riserva e c'è lo sciopero dei benzinai fino a venerdì! Si fa presto a dire vai, gira il mondo: e che lo giro a piedi?

Sunday, February 04, 2007

E "sti cazzi" non ce lo metti? (giorni sfilacciati= settimana noiosetta)

Lunedì mattina andrò in piscina, ed i genere finisco intorno le 13. Il pomeriggio poi è libero fino alle 19 quando attacco al lavoro.
Il martedì mattina mi sveglierò tardi, perchè ho lavorato la sera prima, e se mi chiama Claudio gli dico che "no, in piscina non vengo". Di pomeriggio invece, verso le 19 andrò al teatro Faranume, dove stanno provando uno spettacolo per il quale ho collaborato a scrivere le musiche.
Mercoledì mattina prevedo che andrò alla Confartigianato, per la faccenda di uno stage che dovrei fare a breve. pomeriggio non so, forse, se ho voglia, fisioterapia.la sera lavoro, attacco ore 19.
Giovedì mi chiamerà Claudio "mister che fai?". "vengo vengo, passi tu?". Andremo in piscina e parleremo quasi tutto il tempo di stronzate, come è d'uopo fare quando si ha il corpo impegnato. Il pomeriggio non so che farò; la sera (alle solite 19)sarò invece al locale, che un pò lavoro (come Magister musicorum) ed un pò suono col gruppo che ci sarà (un quartetto jazz di amici miei). Venerdì mattina nuoterò ed il pomeriggio prenderò un caffè con qualcuno a me molto caro (ancora non sò chi). Forse fisioterapia, se ho voglia.La sera prove col gruppo: a pranzo pesce. Sabato boh, domenica boh. Questo è quanto di sicuro, poi c'è tutta una serie di variabili difficili da controllare, ad esempio: metti che mi chiamano quelli del master e si comincia ? metti che mi/ci chiama Vinicio per la storia della demo?metti che parte Radio 29 settembre?metti che mettono i nostri pezzi a radio rock, o a radio onda rossa? metti che mi risponde una certa casa editrice? metti che vado alla Garabatella e ci incontriamo?

p.s.Allora siamo d'accordo: alle 15 in punto, giorno più giorno meno.

Saturday, February 03, 2007


Garbatella annata e ritorno. (di Sganio Celerini)

me chiama luca, qu'amico mio che lavora ner cinema, quello che c'ha na casa a tor tre teste..qu'amico mio amico dai, se semo capiti..me chiama e me fa dice "aò namo a a garbatella"..je dico "a fa che?"..dice fa "gnente, namo a fa ngiro..cosi, tanto pe fa na cosa"..dico "vabbè, namo"..io, sarà stato gennaio, febbraio, era un periodo che nun lavoravo..cioè nun lavoravo, facevo lavoretti, na cosetta qui, na cosetta lì..e quindi stavo a casa tutto er giorno: na rottura de cojoni che nun ve dico..quindi quanno m'ha chimato m'è sò detto "oh, hai visto mai che rimediassimo pure quarcosa"..e inzomma me passa a pia, co a maghina sua..se salutamo, come va come nun va, esce fori che luca, st'amico mio, a sera prima è ito co una, na certa Maria de Genzano, una che pare, almeno dice lui, è avvelenata..dice che è seconda solo a minerva, a dea daa guera, tanto c'ha voja de..se semo capiti..je dico "mbe presentamela no"..se famo na risata e finisce lì..dopo na menz'ora arivamo a a Garbatella, lassamo a maghina lì, dietro er palazzo da a regione, e cominciamo a camminà..dico "ao, ma ndannamo?"..dice "nn te preoccupà, te porto a pià er mejo caffè de roma sudde"..io c'ho na mano in saccoccia e l'artra che regge na cica accesa, gni tanto fumo, gni tanto no..an certo punto però succede che st' amico mio mi strigne er braccio e me fa..: "guarda"..me indica na maghina ble metallizzata, co e chiavi attaccata ao sportello.."quer rincojonito se l'è scordate attaccate"..penso "e namo, amo svortato a giornata, moo sentivo che succdeva quarcosa"..sta de fatto che, n quattro e quattr'otto montamo dentro sta maghina, mettemo in moto e partimo alla grande..imboccamo via de e 7 chiese e poi da lì a cristoforo colombo..semo diretti a fiummicino, dar Catena, uno che piazza, uno che in 20 minuti te smonta e t'arimonta na maghina. arivamo da lui verso e 5e30, che è guasi notte.."a catè" je dico" quanto ce famo co sto pezzo de fero"..lui guarda a maghina, ce gira ntorno, ride e poi dice, co quaa voce da cazzo che s'aritrova" e quanto ce voi fa, già è tanto si nn te chiedo i sordi io a te".."c'hai voja de scherza?"..je dice amico mio.."e chi scherza,..te posso da ar massimo 300 mia lire..".. "e un carcio nee palle no? daje catenè che solo co carburatore e testata ce ne fai 200-250..nun fa er tirato"..prendere o lasciare" dice lui..noi piamo, che tanto davero quaa maghina nun vale un cazzo..piamo i sordi e s'annamo a magnà da Gaspare, er pesciarolaro mejo de fiummicino..piamo primo secondo terzo, quarto e quinto..se magnamo sto monno e quell'artro..quanno ariva er conto nvece ce pia un corpo "260 mia lire..a Gasparè mortacci tua che prezzi.." lui dice che semo noi che amo esagerato, e me sa che c'ha pure ragione..pagamo, escimo e s'accennemo a cica..finita ce viene in mente che tocca torna a a Garbatella a ripià a maghina..e mo come cazzo famo? insomma pe fattela breve: chiamamo er tassi e questo ce porta a a Garbatella..70 mila lire de tassametro..pagamo..salimo in maghina e se famo du conti "ah luchè, si se facevamo i cazzi nostra, e nn rubbavamo quaa maghina avevamo risparmiato na ventina de mia lire per uno"..lui me guarda e fa cosi co a testa "davero, che giornata da stronzi"..

Friday, February 02, 2007

torno a casa e trovo mia madre che ride. Mi dico "meno male" poi le chiedo "che succede?"
"ha chiamato tuo padre".
"embè" dico io
"ha detto se stasera andiamo alla Toilette".
"cioè, in che senso?"...
"voleva dire l'Outlet"..
Ridiamo insieme, per buoni 2 minuti, perchè mio padre non è nuovo ad un certo tipo di storpiature..come quella volta che guardando il tg1 disse "hai capito Lulli Gruber".."chi Papà?"..
"Lulli gruber, perchè come si chiama?".

Thursday, February 01, 2007

...roba di rivoluzione..

A me lavorare come cameriere mi piace proprio tanto, è un mestiere che più lo faccio e più mi diverte. Poi da qualche mese, da quando lavoro in questa birreria di ostia, ho riscoperto la bellezza di girare per i tavoli.
"tu che prendi?"
"una chiara doppio malto"
"e tu?"
"un succo di pera": ah il succo di pera, il mio preferito, non passa sera che non ne beva uno.
Certo a volte il mestiere rischia di essere un pò monotono, c'è il pericolo di fracassarsi le benedette, capita tuttavia raramente e questo credo sia perchè stare nel casino, in mezzo alla gente, è davvero qualcosa di inebriante. A me piace la goliardia, ne vado pazzo, anche se la cosa può sembrare sciocca. Il rapporto con i colleghi poi è uno spasso; almeno al Boa (così si chiama il pub in cui lavoro)c'è grande affiatamento e mi ci sento davvero come a casa. E io quando mi sento a mio agio dò il meglio di me stesso, caccio fuori tutto il mio amore per la cortesia, per i rapporti piani, basati sulla solidarietà. Raccontare la barzelletta, farsi gli scherzi, o più in generale "trattarsi bene", è ,credo, l'unico modo per costruire un mondo migliore; dico davvero, non me ne viene in mente un altro. Il sentimento della "simpatia"(che ovviamente non si riduce alle risate, alle battute) di cui parlava persino il padre dell'economia moderna Adam Smith, è una predisposizione essenziale per chi voglia vivere in una società etica, che ricerca il proprio miglioramento. Simpatizzare, compatire, sono tutte operazioni che sul lungo termine creano rapporti di fiducia, stabili, ottime basi per costruire un pò quello che si vuole. Ora, io della "Teoria dei sentimenti Morali" di Smith so poco e niente, in più per inclinazione personale mi piace riportare tutto a quel che si dice il piano"tera tera". Per me essere un buon cittadino, un uomo che nella pratica si comporta bene significa anche fare cose di una stupidità imbarazzante. Ad esempio, sapete che faccio spesso al locale?: riempio i tavoli della sala di foglietti di finte prenotazione: che so io "tavolo 3, dott. Garibaldi. Per 1000, ore 21"; oppure "Ing. Babà Alì per 40. Ore 22e30"; o ancora, questa è la mia preferita, "Cristo Gesù, ore 20, per 13 persone. ".Certo, non è la lotta armata, non è la marcia del sale di Gandhi, non è la Bolivia del Che; qualcosa diciamo più alla mia portata, qualcosa che comunque credo male non faccia.

p.s. stasera c'era una ragazza che di spalle ti somigliava(i tuoi stessi capelli stropicciati), speravo fossi tu. Baci Freddy.