Wednesday, January 31, 2007



Autori-tratto

Stamattina sono andato alla Siae, a registrare un paio di pezzi. Mi piace un sacco andarci, entrare in quel palazzo, camminare per quei corridoi nei quali sono passati nel tempo tutti i più grandi scrittori, drammaturghi,cantautori, compositori del novecento. Non è che mi sono montato la testa eh, proprio no, è più un fatto di ammirazione per gente alla quale, come appassionato di musica,come cittadino e come uomo, mi sento di dovere moltissimo. E poi mi affascinano sempre i dietro le quinte, come delle opere d'arte (depositate lì, nella sede di Roma, ce ne sono davvero molte), debbano passare per la burocrazìa per diventare per tutti tali. La sede della Siae di Roma poi, è un palazzone anni 6o, con infiniti corridoi ed infinite porte, tipo romanzo di Kafka, roba da film di Alberto Sordi (che sicuro di lì sarà passato) o da film di Totò e Peppino. Ed infatti ci si incontrano anche un sacco di macchiette da avanspettacolo, io poi sembra che ho la calamita per certa gente buffa. Dovete sapere che l'ufficio deposito bollettini è una stanza abbastanza grande, con un grande tavolo ed uno specchio che prende tutta una parete: il tavolo è per compilare i bollettini(nei quali si scrivono le generalità, i dati del brano che si deposita e 8 battute del tema principale della canzone etc..), lo specchio credo sia per guardarcisi dentro e dire "e che dio ce la mandi buona". Succede che mi siedo a fare il mio dovere di socio della società italiana auotri ed editori ed inizio a compliare il modulo. Mentre faccio questo mi si siedono vicino 3 persone, sulla cinquantina, uno dei quali molto più scafato degli altri due. Immagino che questo sia l'editore e gli altri due, con la faccia da buzzurri e con un accento romagnolo, gli autori. Immagino che lo scafato gli stia rifilando qualche pacco, e che si stia annoverando, chissà per quale motivo, tra gli autori di un pezzo che fa "la la la, ti ti ti, na na amore mio". Ad un certo punto uno dei due autori fa allo scafato "e se questa la facessimo cantare ai Ricchi e Poveri?"; l'altro lo guarda come per dire "fai il bravo su, che queste sono cose da grandi". Io rido e continuo con la modulistica, che tutto sono tranne che un tipo preciso in queste cose (un giorno vi racconterò dei miei rapporti con l'Esercito Italiano e riderete di brutto). Dopo pochi minuti nella stanza entra un signore anziano, con una sciarpa blu al collo: la signora della Siae lo saluta cortese e lo chiama maestro, un uomo in fila, vestito da attore italo-americano fa lo stesso. L'uomo con la sciarpa è Giacomo Rondinella, che ho scoperto essere un cantante napoletano molto noto in passato, anche negli stati uniti (nei quali ha vissuto per molti anni). Ha dei cd in mano e si lamenta che la Warner li ha pubblicati senza chiedergli l'autorizzazione; penso "ha ragione cazzo, bravo. Vedi ha 80 anni e ancora ci tiene ai suoi diritti, soprattutto quelli d'autore". L'attore italo-americano (sui 55 anni) si rivolge al maestro Rondinella e gli fa "eh caro Giacomo erano bei tempi quando stavamo a Broccolino. Cene, concerti, risate, quelli si che erano tempi". Rondinella lo guarda, guarda me e poi fa :"dirò una cosa banale ma credo che l'importante sia essere in buona salute. Quando c'è quella c'è tutto." Penso "ha ragione cazzo, bravo. Vedi ha 80 anni e ancora ci tiene ai suoi diritti, sopratutto a quello di stare ancora in verticale". Nel frattempo i buzzurri continuano a farsi raggirare, con lo scafato che gli gironzola, fintamente cortese, intorno. Io dopo aver finito di compilare in ogni singola parte i bollettini li porgo alla signora Siae, davvero gentilissima. Controlla tutto poi accenna un sorriso, un ghigno divertito: "meno per meno uguale meno: simpatico come titolo".
Le sorrido e non so che dire, la ringrazio e la saluto. Il maestro Rondinella esce dalla stanza pochi secondi prima di me: è diretto ad un certo ufficio per reclamare di quella cosa che vi ho detto. Penso "magari ad arrivarci a quell'età così, in tutti i sensi".

Monday, January 29, 2007


Ragionando per assurdo

C'era una volta un tavolo, pieno di macchie di acqua mista a polvere. C'era una volta un gomito e c'era una volta tutta dipinta di giallo paglierino. E c'era un ragazzo con una barba di quattro o cinque giorni, una sigaretta spenta in mano e qualche pensiero generico di accompagno. Poi c'era una ragazza dai capelli stropicciati, seduta a pochi tavoli di distanza dal ragazzo; era bella, nonostante l'impegno affinchè gli altri non se ne accorgessero. C'era una musica di sottofondo ed una luce sbrilluccicante che soffiava negli occhi.
Il ragazzo pensava che la legge di gravità è l'unica uguale per tutti e che le regole della matematica non sempre funzionano anche nella vita. In particolare, come diceva quel cantante, secondo lui, meno per meno faceva meno.
Lei osservava la tazza di tè coprirsi di cerchi concentrici, ogni tanto alzava lo sguardo verso il ragazzo, ogni tanto si sorridevano. Si conoscevano, questo è sicuro, e se occupavano due tavoli separati il motivo è solo che amavano giocare agli sconosciuti: i gusti sono gusti.
Il ragazzo chiamò il cameriere e gli chiuse nella mano un foglietto con su scritte delle parole. C'era una volta un foglietto che passa dalla mano di un cameriere a quella di una cliente con i capelli stropicciati. La ragazza prese il biglietto, lo scartò come una caramella e porse alle retine degli occhi il suo contenuto:
"quo vadis baby?" il concerto di vocali e consonanti incise.
la ragazza guardò l'autore del messaggio e sorrise, si alzò dal tavolo e si mise a sedere con lui. si strinsero la mano e risero di loro, di tanta stupidità. il cameriere li guardò e provò invidia, senza farla troppo lunga. Freddy e Madeleine di nuovo insieme; ve lo aspettavate?

Sunday, January 28, 2007

Galbatella (sol dell'avvenir?)

quando un tempo sano sembrerà arrivato allora svegliami, che voglio un latte macchiato.
quando il ritmo smetterà di essere a portata di fiato mi troverai d'accordo a fare un colpo di stato.

Thursday, January 25, 2007

Di quantità

Sandro è un amico, di quelli che posso dire mi hanno insegnato qualcosa riguardo la vita. Non sono in molti e per questo, anche se non ci troviamo su tutto, sono anni ormai che ci frequentiamo più o meno regolarmente. Sandro è da poco tornato dalla Bolivia, la sua passione, la sua mania, e ne parla al solito con amore, come se si riferisse ad una donna profumata. Ascolto i suoi racconti mentre sorseggiamo una sambuca senza mosca e ci trovo dentro qualcosa di raro: la passione. La sua barba folta, da "ecomunista" dell'ottocento, da alle sue parole un che di definitivo, di alto, di ispirato, sembra quasi di ascoltare una parabola, con tanto di montagne da scalare, animali che parlano e tutto il resto. Sandro vorrebbe una vita densa, come un fagottino al cioccolato, vissuta in ogni istante fino all'ultimo, eccessiva, polarizzata, dove il nero è nero ed il bianco bianco: Sandro vorrebbe una vita spericolata, e questa è la cosa che gli invidio di più .Da quando lo conosco posso dire di aver fatto tardi per davvero, di aver bevuto sul serio, di aver fumato centinaia di inutili sigarette, di aver imparato a guidare in condizioni che la metà basterebbe per dire "no, aspettiamo un attimo, lasciamo che passi la sbronza e ripartiamo". Stasera abbiamo salutato gli altri amici verso l'una e siamo saliti in macchina; con lui, tra salire in macchina per andare a casa e farlo davvero ci passano almeno un paio di ore.
"ancora un altro bicchiere" mi dice
"ancora un'altra sigaretta".
"andiamo a fumarcela al borghetto di ostia antica"
E andiamo a fumarcela lì, dove non c'è nessuno, rincorrendo le 3, per la strada col vetro appannato, con in bocca discorsi sulla vita, sulla morte, sull'amore (che non arriva) e la voglia di fare.
"Fare che?"
"Fare tutto, quello che c'è da fare, quello che passa per la testa, quello che poi vediamo".
Lui, devo essere sincero, in questo è cento volte meglio di me: non ha limiti, io invece molti, moltissimi, nonostante l'impegno che ci metto a togliermeli dai coglioni. Da quando conosco Sandro ho capito che la vita è anche roba di quantità. Vi pare poco?

p.s. si, il tono del post è da poeta decadente del cazzo: spero saprete perdonarmi.

A volte una colica può fornire spunti interessanti di riflessione e raccoglimento. Partiamo col dire che non sono uno di quelli che fanno gli schizzinosi quando sono preda di forti dolori intestinali, e perciò snobbano gabinetti pubblici e la trattengono fino a crepare sin quando non arrivano a casa. Non me lo posso permettere. Ho pertanto avuto sempre una certa familiarità con i cessi pubblici, nei quali riesco sempre a ricavare una dimensione intima, di astrazione quasi totale, fregandomene di ciò che succede al di fuori. Uno stato di necessità che aiuta però anche la mente.
Ieri mi trovavo in facoltà, preso nel turbine dello studio e dei sommovimenti del mio pancino, quand' ecco che l' esigenza diviene impellente e debbo catapultarmi nel cesso della gipsoteca di lettere. un bagno minuscolo, nel quale ti trovi a dover fronteggiare la porta d' ingresso una volta che ti sei sistemato sul trono di ceramica. Ebbene, le porte dei gabinetti pubblici sono dei capolavori di arte povera, dei monumenti alla scrittura al graffitarismo, all' idiozia nuda e cruda e a tentativi velleitari di speculazione filosofica e intellettuale.
Ho impiegato circa mezz' ora per leggere tutto ciò che c' era scritto e disegnato, e alla fine, invece di chiudere un libro, ho aperto un uscio.

Tuesday, January 23, 2007


Niente di che

Comunque sia, stamattina mi sono alzato, ho fatto colazione e poi tutto il resto (che non sto qui a raccontarvi). Ora mi trovo davanti a questo foglio elettronico bianco e penso che ce ne vorrebero 1000 per ospitare tutti i pensieri che ho in testa. Da dove cominciare dunque? Dal più semplice credo, ed allora sentite qui : spesso il mal di testa è indicatore di troppi pensieri che sarebbe meglio non fare.

Monday, January 22, 2007


Cose da professionisti.

insomma abbiamo registrato, abbiamo missato: www.myspace.com/limboskata

i brani sono: "spettacolo", "la principessa del castello di carte"..quest'ultimo mi fa venire i brividi (forse influisce il fatto che l'ho scritta io, e che l'hanno suonata alla grande)

Friday, January 19, 2007

Tesi-stenza

Beh insomma dai, oggi non mi posso lamentare. Il nero è diventato grigio ed il grigio tende al bianco. Il bianco, da parte sua, ha detto di essere disponibile ad assumere tonalità cortesi e si sa che quando ci sono i colori c'è tutto. La vita è un elastico, nel momento di massima tensione, quando sei convinto che il filo si stia per spezzare succede invece che inizia il rimbalzo, e riparti di slancio. Sono giornate come questa a portare il dolce nell'amaro, il morbido sul duro, a ridarmi la gioia di respirare a pieni(facciamo mezzi dai) polmoni. Da quando in luglio mi sono laureato, è stata un escalation di disastri, di coltellate dietro alla schiena, di furti di sonno e schiaffi al sapore di merda. Sapeste che momenti ha passato il vostro Freddy cari lettori, roba da spaccarsi un palo in mezzo agli occhi; sapeste che fatica reggersi in piedi, facendo finta di nulla, cercando di fare buon viso a pessimo gioco (perchè pure è brutto dare nell'occhio, farsi vedere da tutti in certe condizioni). Ed oggi invece arriva una pausa alle percosse, ai calci sotto la cintura, ai tentativi plurimi di farti passare la polvere per zucchero filato. E che cazzo, mi viene da dire, e che cazzo dico giustamente. Certo non è il momento di gioire, di gridare al miracolo, quello no, non è proprio il caso. Ma è un momento di serenità, breve certo, che magari domattina sarà già terminato, ma proprio per questo da scrivere, prima che se ne scappi via, sulle righe di questo blog. (che troppe parole amare ha conosciuto) E allora sapete che vi dico? Ora me ne vado a letto, a respirare di lusso, come non faccio da mesi, come meritano tutte le persone per bene, buone, tra le quali ritengo decisamente di potermi annoverare. Cos'è successo, vi chiederete, di tanto bello da giustificare parole alate come queste?. Non è il caso di rispondere qui a certe domande, cose troppo personali per uno spazio pubblico come questo. Belle notizie comunque, e questo, non me ne vogliate, può bastare. "Madeleine si è rifatta viva?" si chiederanno i più maliziosi; la risposta è no, lei non c'entra, per questa volta. Madeleine è in un momento un pò complesso ed è giusto (dice lei, ma io non sono d'accordo :)) lasciarla in pace. Si, un momento complesso in cui il nero sembra nero, denso di calci sotto la cintura, di percosse, di tentativi plurimi di farti passare la polvere per zucchero filato. Uno di quelli che poi passano perchè la vita, cari miei, è un elastico, il resto sono stronzate. notte

p.s. una bella notizia,anche se la meno bella di tutte, ve la dico dai,: domani, alle 23:30 su radiorai 1 manderanno un mio pezzo (un nostro pezzo, scritto da me e suonato dal gruppo che gentilemente si pregia di avermi come membro), all'interno di una trasmissione dal titolo Demo. Poca cosa certo, ma io sono un tipo semplice e mi accontento di poco.

Thursday, January 18, 2007

Walking on the moon

"Certa gente suda di più, cert'altra di meno, e non è puramente un fatto di generosità, di energie spese. Credo dipenda dal metabolismo o comunque di sicuro da una di quelle cose che ci vuole l'esperto per capirci qualcosa." Freddy considerava questo, questi pensieri aveva in testa mentre notava il bicchiere oltrepassare la soglia che distingue il mezzo pieno dal mezzo vuoto. Era alla sua centesima sigaretta giornaliera, la settantasettesima, per la precisione, ad essere stata maledetta.
Il gruppo sul palco suonava alla grande e Freddy, che da pochi giorni aveva assunto l'incarico di direttore artistico del locale, si complimentava con se stesso, per la scelta operata, per aver preferito loro al solito trio di bluesettari del giorno del signore. La sala era piena, di gente, di cappotti, di stivali e marionette maculate, di quelle che bevono il negroni o al massimo un succo di frutta. Il cantante era un tipo bassotto, sulla quarantina, con una voce da nero e il mezzo busto da napoletano; si acompagnava con una tarabucca di importazione ed ogni tanto buttava il fiato nel becco di un sax contralto, producendo note a dirla tutta stonate. Più che altro però il cantante sudava, sul viso, che per questa ragione era lucido, del tutto simile ad una maschera di cera. Gli altri del gruppo sorridevano beati e se lo potevano permettere, che le esecuzioni erano di livello e la scelta dei pezzi mai furba, e proprio per questo gradevole.
"prendi lui ad esempio" pensava Freddy " non è che stia facendo più degli altri, non è che scalcia, sgomita, fa le capriole o cose del genere. Eppure suda quanto due messi insieme. Chissà perchè"
E' noto come sia nella natura dell'uomo l'insistere in domande alle quali non si è in grado, salvo presenza di esperto, di rispondere; ed in questo Freddy può dirsi di certo un uomo. E' altresì noto poi come di sera, dopo una giornata maledetta, le condizioni del cogito risultino di frequente compromesse. Tuttavia proprio quando meno te lo aspetti, la mente produce, senza dire niente a nessuno, dei picchi di lucidità che un animale se li sogna.
"ma fosse che quella di sudare è una scelta stilistica, una testimonianza delle più profonde radici dell'uomo. Fosse che il sudore è un retaggio della fatica, degli sforzi fatti per emanciparsi dalle colleghe scimmie. "
"si, d'accordo, resta comunque la disparaità, a parità di uomo, nelle prestazioni sudorifere. Dott. Freddy, come la giustifica?" avrebbe chiesto un ipotetico aizzatore di nervi (con un nome tipo Marco).
"e come gliela giustifico..si vede che alcuni hanno contribuito di più a (di)scendere dalla scimmia , a separarsi da lei. "
"mi sarei aspettato una ragione più profonda, qualcosa di più sofisticato."
"bello mio, ma hai un contratto stagionale o a tempo indeterminato?"
"in che senso, contratto per fare che?"
"per rompermi il cazzo"
"no, niente contratto, lo faccio in nero."
"e allora vedi di andartene affanculo"
Così parlò Freddy, così l'altro fece.

p.s. notte a tutti, in particolare all'amico Nico: sempre presente, bianco e nero compreso. Grazie

Tuesday, January 16, 2007



Circo-ndario

Chi siete, quali sono i vostri desideri? cosa sperate intimamente, cosa vi aspettate dalla vostra vita?
Cari Cineserini ora è giunto il momento di parlarmi un pò di voi. Voglio la verità però, la stessa che avete sempre trovato su questo blog. Se preferite, scrivete anche in forma anonima. Notte Freddy.

p.s. più siamo e più ci divertiamo. non deludetemi.











Dramma al concerto di Paolo Conte (
di Ferdinando Sgarinetti)
Taratatàbooom. Prrrrstrack, frizzz. Puuuunchhhh. Aahhhhhhhh...uuusss. cips cips..dabidubidù..pripipiripipifra...crist..tran...vuu..spummm...cips cips..dabidubidù...
ni-no-ni-no-ni-no...tac..ragg..x.fiuuuu.

Sunday, January 14, 2007

Morale della favola

Aggiungasi che Freddy non è triste, depresso e che non ha intenzione di buttarsi da un proverbiale ponte. E la ragione sta soprattutto nel fatto che, forse per la priva volta nella sua vita, sente di aver dato tutto, di essere andato davvero fino in fondo. E' un' esperienza inedita per quanti come lui, da una vita sono consumati giocatori di "nascondino esistenziale". Per quel che riguarda l'affaire Madeleine diciamo che poi hanno parlato e che si sono detti tutto quello che c'era da dire. Semplicemente. Che persona straordinaria, la dovreste conoscere, ne rimarreste, ne sono sicuro, incantati. Come si dice in questi casi, magari un giorno si rincontreranno e sarà veramente un piacere, sono sicuro per entrambi. Cosa ho imparato da tutta questa storia? Beh, diciamo almeno due cose. La prima è che rincorrere i proprio sogni è comunque un piacere, un dovere ludico e gratificante. E se va male pazienza, che almeno si è occupato il tempo nella ricerca della felicità, che non è roba che ti cade sempre dal cielo. La seconda cosa che ho imparato è che da stasera mi faccio meno paura. Mi sento, anzi Freddy si sente, cresciuto, credo di avere cominiciato a capire chi sono e quali sono le cose che mi/lo fanno stare meglio: parlare con il cuore in mano sta nelle zone alte della classifica. Oggi con il gruppo abbiamo registrato un mio pezzo e mentre scrivo ho ancora quell'atmosfera in testa. E' un jazz-waltz, un valzer da cartone animato Disney, come "la spada nella roccia", che prima di conoscere Madeleine e che lei me lo prestasse non avevo mai visto(un giorno te lo ridarò, quel giorno di cui sopra). E' un cartone bellisimo, e questa la possiamo considerare una terza cosa che ho imparato. Beh, cari amici ed amiche, diciamo che questa volta la storia di Freddy e Madeleine la possiamo considerare veramente conclusa. E' stata una storia semplice, appassionante e che in diversi momenti mi ha fatto anche ridere, tanto erano simpatici i protagonisti. La fine è stata una fine gentile, soffice, come la panna montata sulla torta caprese, come un'uscita di scena a tempo di valzer.Ora vado, mi aspettano le ultime pagine di un libro che mi trascino da mesi, si chiama: "in nessun caso nessun rimorso". Ecco, appunto.

p.s.per Madeleine. se passi di qui scrivi Z.B.

Saturday, January 13, 2007


Epilogo 2. (per gente come Freddy, la forma è sostanza)

"Insomma come è andata a finire?" chiese Rastaman a Freddy lo zoppo.
"che ha scelto la strada più comoda, checchè se ne possa dire"
"cioè?"
"che non mi ha nemmeno rivolto la parola". Freddy stringeva un cartoccio nelle mani, ogni tanto lo lanciava sul cruscotto della macchina.
"è andata male dunque"
"si"
"ed ora come stai?"
"e come sto..come uno che è stato trattato male davvero senza ragione"
"peggio per lei"disse Rastaman con sincera partecipazione.
"peggio per lei, peggio per me, peggio per noi, in linea generale direi peggio peggio per tutti".
Freddy tornò a casa, schiacciò la testa sul cuscino e decise che non gli veniva da piangere. Non era più tempo, non è giusto star male per gli sbagli altrui, perchè gli altri non trovano quel pò di coraggio che serve per dire le cose fino in fondo. Prese il pensiero di lei e lo gettò fuori dalla finestra, stavolta davvero, stavolta sul serio. Poi spense la luce e si mise a pancia in sotto. Prima di addormentarsi fece un pensiero, che più o meno sarebbe suonato così:
"finirai periodo del cazzo, e sarà solo merito mio".
Notte a tutti ed in particolar modo a me medesimo. Hasta la victoria siempre.

p.s. con un sms..non ci si crede.

Friday, January 12, 2007

Thursday, January 11, 2007


Stasera sono tornato a casa stanco, assonnato, mezzo ubriaco e con la voglia di non pensare a domani, che sarà una giornata complicata, con un sacco di varibili impossibili da controllare. Ho percorso il vialetto che separa il cancello dalla porta d'ingresso e mi sono fermato a considerare il fresco presente nell'aria. Mi sono sbottonato i pantaloni ed ho estratto il pisello (vi prego non scandallizzatevi, tutti gli uomini ne hanno uno); ho sollevato gli occhi al cielo ed ho fatto pipì, con pienezza d'intenti. Che bello se tutto fosse tanto fluido, se le cose filassero sempre dritte come quel liquido che basta che decidi di liberarti e per il resto fa da se. Stasera ho un pò paura che venga domani, cristo santo, porca puttana.

Wednesday, January 10, 2007

telefonìa mobile

Driiin, driiin. La stanza si riempì di un grillo d'avviso, un gallo dal canto acuto, gracchiante.
"pronto"
"buongiorno, vorrei parlare con Freddy". occhi che si alzano al cielo, cielo che è sempre più blu.
"come scusi?"
"volevo parlare con Freddy, è in casa?".
La donna stringeva la cornetta del telefono nella mano destra,la sinistra suonava un ipotetico pianoforte ticchettando sul tavolo del salone.
"credo ci sia un errore, qui non abita nessun Freddy"
L'uomo si chiamava Ask, e non stupisce dunque che fosse dai più conosciuto come uno uso a fare domande.
"come no?!"
"e no caro signore, mi sa che ha sbagliato numero"
"è impossibile, è stato lui stesso a darmi questo numero ed a dirmi di chiamarlo qui"
"non capisco, ci deve essere uno sbaglio, perchè qui di Freddy non ce n'è mai stata neanche l'ombra".
Ask, all'udire di quelle parole, ebbe un moto di sussulto, come punto da una tarantola d'assalto. Si passò la mano nei capelli, davanti agli occhi per poi depositarla sull'agenda degli appuntamenti, quindi disse:
"Bene, in ogni caso, se lo vede, gli dica che ha chiamato Ask, e che ci vediamo alle 5 al solito posto, lui capirà."
"dubito che la cosa accadrà, ad ogni modo meglio non ipotecare il futuro".
"per l'appunto. Arrivederci"
"arrivederci".
Driin, driin. La stanza si riempì di un grillo d'avviso, un gallo dal canto acuto, gracchiante.
"pronto"
"buongiorno signora, lei forse non mi conosce, il mio nome è Freddy Nasone e sostanzialmente mi occupo di rimarginare le ferite che sono io stesso a provocarmi. Le volevo chiedere, mi ha cercato qualcuno?"
"si , poco fa, un signore ha per l'appunto chiesto di lei. "
"ha aggiunto altro?"
"si, ha detto che avete un certo appuntamento alle 5 al solito posto"
"Perfetto, la ringrazio. arrivederci"
"arrivederci"
Morale: darsi un' appuntamento non è poi così complicato.

Tuesday, January 09, 2007

Di questo passo mi daranno il Nobel per la Calma dimostrata.
porca puttana però, poca puttana.

p.s. si, è da un paio di giorni che proprio..

Il pubblico è sordo
Ieri sera vado a suonare a S.Lorenzo, al 360 gradi, nell'ambito della rassegna Martelive; dice che va molto, che là c'è gente che ama la musica, che c'è un bel fermento. Ieri sera montiamo gli strumenti e facciamo le prove del suono; il fonico non capisce un cazzo, come al solito, ma in compenso la strumentazione è scarsa. Ieri sera una ragazza mi presta il suo amplificatore, un bel fenderone come si deve, con tutti i suoi bei transistor al posto giusto. Ieri sera prima di suonare facciamo un giro per quelle vie di S.Lorenzo (via degli equi, volsci, sabelli, rieti, etc..), con i palazzi sommersi dalle locandine di concerti e le serrande dei negozi pitturate a gran varietà. A me una volta S.Lorenzo piaceva un sacco, adesso pare una Zona a Traffico Limitato ai "giovani di estrema sinistra", quelli che portano a spasso il cane, quelli che il sabato vanno al Forte Prenestino a ballare perchè il Villaggio Globale ormai è sputtanato, quelli con la catenella legata ai passanti dei calzoni, quelli che "Margherita stava fattissima"(i giovani di sinistra hanno sempre una Margherita per amica). Ieri sera c'era un sacco di gente di questo tipo. Io ho imparato che quando in un quartiere di roma vedi persone troppo simili tra loro, spesso assimilabili, facile stai per incorrere in situazioni quanto meno grottesche(si legga il seguito). Ieri sera iniziamo a suonare intorno alle 23, anzi proprio alle 23 in punto. Facciamo il primo pezzo e la risposta c'è, il pubblico un applauso lo fa, i suoni sul palco tutto sommato sono discreti e noi del gruppo, come al solito, ci divertiamo come ragazzini. Ma è sul secondo pezzo che capisco che cantare/suonare di fronte a 40 persone può diventare un'attività tra le più frustranti. Io non pretendo che a tutti piacciano le cose che scrivo, la cosa veramente non mi interessa, giuro, mi piace suonarle e tanto mi basta. Una cosa però mi spaventa: 40 persone che ti trattano come se fossi la filodiffusione, dandoti le spalle, parlando tra di loro, fumando le loro cazzo di sigarette come se fossero l'unica cosa per la quale escono di casa( e lo dico da fumatore). Ieri sera sul finire di un pezzo mi è passata la voglia di cantare, c'era una parte di solo voce e non l'ho fatta prima di aver trovato, tra il pubblico, qualcuno che ci stesse a sentire, ho aspettato di incrociare il suo sguardo. Era quello di una ragazza, bruttina, con capelli nerissimi e qualche chilo di troppo, ma aveva lo sguardo di chi almeno ti sta ad ascoltare. Ieri sera ci hanno fatto tutti grandi applausi, "bravi di qua, bravi di là". Questo mi fa incazzare ancora di più: chi non ti ascolta e poi ti fa l'applauso finale, perchè l'applauso non si nega a nessuno, perchè in televisione li fanno ogni 2 minuti e per le peggio puttanate. Ieri avrei preferito i fischi, lancio di oggetti, " andate via stronzi", ma nessuno ti da tanta importanza. Ma il problema non è mio, il fatto preoccupante è che ci sia gente, in questa cazzo di S. Lorenzo, in questo quartiere "alternativo dove c'è fermento", priva di curiosità, di interesse, di spirito critico. Ieri sera col gruppo abbiamo suonato in questa rassegna, Martelive, e le fasi eliminatorie si chiamano "un palco per tutti". Se quello è il palco, se quello è il pubblico, tenetevelo pure: pubblico assuefatto, pubblico drogato, pubblico scontato, pubblico di merda.

Monday, January 08, 2007


"Ma si dai, un panino(p) due amici (a) e quattro risate (l 2)". Freddy agganciò il telefono sul montare esatto del proprio ripensamento " Perchè gli ho detto di si? no, che idiota!"
Nella mano destra stringeva un filtro da sigaretta, quelli da 6 millimetri, quelli che li confezionano nelle scatole di cartone e che ti si rovesciano a pozza sul fondo dello zaino. La scrivania della stanza era farcita di ogni sorta di fogli e fogliacci, dall'esterno arrivavano spiaccichi di gocce sul marmo della veranda. Freddy aveva un dolorino alla schiena, nulla di che, ma pur sempre un dolorino.
Prese il filtro, di cui sopra, che stringeva tra le dita e lo gettò in terra. Lo calpestò e si disse "e basta con ste sigarette". Prese quindi un dismesso biglietto dell'autobus della municipalizzata capitolina e ne asportò con mestiere un rettangolino. Lo arrotolò con pazienza e ne fece un filtro, stavolta non per sigaretta, quanto destinato al confezionamento di quanto per convenzione chiameremo C.
Freddy prese nelle mani C e la ripose in un pacchetto vuoto di sigarette(h); prese quindi il pacchetto (h) e lo infilò nella tasca sinistra dei pantaloni(e). Dopo aver fatto questo spense la luce, chiuse a chiave casa, salì in macchina e si reco al luogo dell'appuntamento (a). Lì trovò p a ed l2, fumò C, e gettò h nel primo cassonetto che gli si presentò davanti. Tornò a casa ed a letto, con lo sguardo puntato al soffito, si diede a tirare le somme di quella giornata appena trascorsa. Ne uscì una formula poco confortante, per fortuna poco usuale, tuttavai qualcosa di sicuro fin troppo comune al gnere umano: c h e p a l l e.
Risposta esatta Freddy, risposta sbagliata Nasone.

Saturday, January 06, 2007


incontri ravvicinati di un certo tipo
E' venuta con le calze tutte rotte, è venute di notte, con l'espressione di chi è disposta al limite a fare a botte. Mi ha bussato ad una spalla mentre dormivo ed ha atteso paziente che riprendessi un sufficiente (almeno secondo lei) contatto con il contorno. Mi ha accarezzato con l'ausilio del lenzuolo e si è indispettita quando ha notato che io, delle sue carezze non sapevo proprio cosa farmene. Mi fa:
"Ciao Luca, come stai?"
Dico " e come sto, dormivo e mi hai svegliato. Sono mezzo assonnato, ecco come sto"
La donna ha un naso curvo almeno quanto il mio, due occhi vispi almeno quanto i miei e mi ricorda tanto un mio strettissimo conoscente quando stringe una guancia tra la morsa dei denti.
"sono venuta a portarti qualcosa " mi dice
"e non potevi aspettare domattina Cristo Santo. "
"No che non potevo, ho un sacco di consegne da fare sai, mica posso fare come mi pare".
Io prendo atto di quello che mi dice, mi tiro su a L poggiando la schiena sulla spalliera del letto ed accendo la luce del comodino per vederci un pò più chiaro. Vedo invece la donna vestita di scuro, con un fazzolettone nero che le copre la superficie della testa.
"Ho per te una calza piena di carbone"
"Pure!!" le dico "non è bastato questo anno senza tregua, ti ci metti pure tu col tuo carbone"
Lei ridacchia, poi pare lunsingata dalla considerazione che mostro nei suoi confronti.
"e sentiamo "le chiedo "a che cosa sarebbe dovuta questa punizione? dov'è che mi sono comportato male?".
L'aria della mia stanza è ferma, pare attendere una risposta della donna per rimettersi in moto.
"sei stato stupido, ecco qual'è stato il tuo errore!"
"stupido? e perchè"
Ora, voi capirete che essere svegliati da una donna brutta, nel pieno della notte, e che per giunta inizia pure ad insularti, non sia la cosa più piacevole del mondo. Saprete comprendermi dunque se in questo momento il tono della mia voce è particolarmente duro.
"si, sei stato stupido. Hai creduto che bastasse un tua decisione per smuovere tutto. Ti sei illuso di essere il solo arteficie del tuo destino. Sei stato stupido, proprio un gran cretino".
"ma tu guarda un pò " le dico mentre mi scaldo " uno passa la vita a sentirsi dire che si deve dare una mossa, che deve prendere in mano le situazioni, che deve fare di tutto per raggiungere quello che vuole. Poi una notte arrivi tu e, senza neanche dire chi ti manda, dici che non tutto dipende da me, che devo darmi una calmata".
La Befana mi guarda con aria severa, alza la mano a marcoaurelio e batte per due volte la mano sul letto.
"sei stato proprio stupido, stupido e stupido".
"senta signora Befana (senza offesa) secondo me il suo non è un modo di fare. Inoltre le comunico che il sottoscritto ha capito di essere un tipo parecchio testardo e che se vuole una cosa, anche se obiettivamente irragiungibile, ce la deve mettere tutta pur di ottenerla. E' un fatto di pace con se stessi. Quindi le sue teorie sul caso, sul ruolo della fortuna se le tenga pure per se; che tanto lo so da me che per alcune cose non ci si può fare nulla"
La donna indietreggia di qualche metro e si accinge alla porta per recuperare la sua scopa volante; la afferra nelle mani e fa come per porgermela. Poi
"hai visto che modello? una scopa turbo a zero impatto ambientale" dice scherzando, come per cercare complicità. Io la guardo in cagnesco e c'ho pure lo stomaco che abbia, perchè nel frattempo mi è venuta fame. Soprattutto di roba dolce.
"è inutile che ora fai la simpatica. Non mi piace che qualcuno mi dica cose che già so e che poi mi dia dello stupido. E' un fatto di educazione. "
"ma io, non volevo.."
"ma io, ma tu, ma loro, ma basta. Mi hai scocciato con questa storia del disfattismo, dell'attendere che le cose caschino dal cielo. Lasciami in pace e vattene per cortesia. " Eh, mi ha fatto arrabbiare, non si fa così. Dopo aver udito le mie parole la Befana fa per andarsene, sale sulla scopa e va a spalancare la finestra. Io la fermo per il braccio destro e le dico:
"tu non te ne vai se prima non mi hai lasciato un pò di caramelle, dolci ed impiastri vari. Io sono stato buono quest'anno, hai capito?!". La mia voce è dura, ferma e lei si spaventa perchè quelle che pronuncio hanno tutto l'aspetto di essere delle minacce.
"d'accordo, d'accordo" mi dice "non c'è bisogno di scaldarsi tanto. Ecco le tue caramelle, prendile pure. addio". Sguscia dalla finestra e viene inghiottita dalla notte.
"arrivederla, e mi saluti tanto i suoi" salutandola le grido.
Dopo aver ingoiato un paio di caramelle, mi rinfilo sotto le coperte e inizio a masticarle, fino a che non si sciolgono. Ci vogliono due minuti, troppi pochi per smaltire l'amarezza e per non considerare che quella donna mi ha rovinato proprio la nottata. Ho la fronte aggrottata, una sete d'agosto e penso: ma tu guarda che gente che gira in questo periodo storico!
Parola d'ordine fitness

io sto uscendo, vado in piscina. Se dovete dirmi qualcosa lasciate un messaggio e vi richiamerò quanto prima. Se la cosa è urgentissima sono in corsia 4, costume blu e cuffia nera. Ciao

Thursday, January 04, 2007

Con-fusione

Higuerra mi prende sempre in giro perchè dice che a me piacciono situazioni di questo genere.
Due amici sono seduti ad un bar ed uno fa all'altro:
"lo sai che avrei voglia di fare?"
"no, cosa?"
"mi piacerebbe partire adesso, subito , immediatamente"
E succede che dopo pochi secondi i due sono già in viaggio, con il vento che entra dal finestrino della macchina e la cenere che si sparge a semina sui sedili posteriori.
In effetti ho sempre sperato in un destino rocambolesco, in una vita con frasi celebri ed incontri al limite del paradosso. Ad essere sinceri, sino ad ora, non mi è andata male e credo soprattutto perchè le situazioni ho imparato a viverle molto più fantasiosamente di quanto in realtà sono. Anche quella di dirsi le bugie è un'arte, di sicuro tra le più nobili. Ora intorno alle bugie c'è un sacco di retorica ed a me la retorica annoia (quelle a fin di bene, quelle a fin di male, quelle con le gambe corte etc). Personalmente credo che senza le bugie non saprei vivere, sarei già morto di sbadigli, o di pizzichi, anche se non ho mai capito che razza di modo di dire sia.
Dunque la morale di oggi è:
"la vita è bella?"
"boh, dipende da te".

p.s. si, in effetti non è il migliore post della storia. Un pò confuso e privo di slanci..peccato perchè l'idea di fondo c'era, bisognava svilupparla meglio. Mi sa che mi toccherà tornare sull'argomento.

Wednesday, January 03, 2007



Discorso all'umanità (ho visto cose che neanche alla televisione)

Ho visto telefoni non squillare per giorni interi, dita tremare d' attesa, amici d'infanzia mettersi in fila per fare la spesa.
Luci ribaltarsi e buttarsi al buio, risvegli sfigurati da uno stomaco in subbuglio.
Ho visto un cane pestare la merda di un punk, un video dei sopravvalutatissimi Rolling Stones.
Ho visto una brocca da un litro con dentro 2 tulipani, una mano che stringe una mano che di rosso si tinge. Ho salvato una bozza, ho spedito un racconto, inviato un pezzo di vita senza ricevuta di ritorno.
Ho visto una temperino spuntare una matita, Brescia di notte e Parigi in salita.
Ho visto un treno andare contromano e capito che perseverare è sin troppo umano.
Ho udito passi da gigante, starnuti a spruzzo, saluti pronunciati con un'inequivocabile voce da cazzo.
Ho preso in mano il mio cuore e l'ho strizzato come si fa con le more, è successo che mi sono sporcato le mani ed ho capito che fino ad oggi per me era tutto "domani".
Ho bestemmiato come non facevo da anni, ho scritto una canzone stupenda (ma l'ho lasciata scolorire in lavatrice tra i panni).
Ho sparso il tempo sul trenino direzione mare, ho immaginato la mia vita accanto ad una ragazza seduta sotto il "vietato fumare".
Ho visto un'idiota comportarsi da imbecille,ho provato ad accendere ma ho visto solo scintille.
Ho letto libri di diritto, e considerato della medaglia di sicuro solo un rovescio.
Ho speso troppo in maglioni e troppo poco in confortevoli calzoni.
Ho servito litri di birra, cantato senza usare il diaframma , ho visto cristiani votare per l'ennesima guerra.
Ho visto mio padre incazzato, con se stesso, col tempo, che se non sei più rapido di lui ti lascia troppa troppa amarezza.
Ho detto "vaffanculo anche a te, vaffanculo a tutti voi,". Ci ho ripensato e mi son ripromesso di dire meno parolacce.
Sono stato banale, sono stato normale, ho sperato che arrivasse da un giorno o l'altro il vero amore. Sto ancora aspettando di vedere il resto, che si sbrighi, che faccia presto, che ho fame di tutto, che ho voglia di adesso.

Tuesday, January 02, 2007

ebbene mi sono deciso: da oggi in poi pretenderei un pò di comprensione anche per me. baci

Monday, January 01, 2007


Torno a Roma, parto tra poche ore.

Accendero' il motore girando la chiave e girero' l'angolo voltandogli le spalle: soffiero' sulle candeline di questa citta' da compleanno, fatta per festeggiare, per prendersi una pausa.

Pensero' che e' lunga tornare e che tornare si puo fare anche con un passo diverso, anche con la retromarcia al limite.

Qualcuno siedera' accanto a me e mi chiedera' se sono stanco, se voglio il cambio; gli diro' no grazie, che guidare per me e' un piacere, che non amo essere portato, che mi piace quando sono stanco, che la direzione, la velocita', il rischio calcolato preferisco deciderlo io.

Torno a Roma, parto tra poche ore.

Ritrovero' delle situazioni che non ricordo, altre che conosco benissimo ed altre che invece hanno ancora da farsi (come le pesche, tipo i pomodori). Una di queste mi mette ansia, sopratutto perche' non posso proprio farci niente. Madeleine non c'entra, non parlo per una volta di lei. Dedico questo anno nuovo alla mia famiglia, alla nostra unita', all'amore che ci lega.

Hasta la victoria siempre. Luca (il piccolo)

p.s. post scriptum