Wednesday, January 30, 2008

filo del discorso


c'è un gran girare di autoblu vicino casetta; la crisi di governo si vede anche da queste cose. il traffico aumenta, per fortuna io sono in bici. oggi non lavoravo, così mi sono andato a fare un giro. la biblioteca comunale Rispoli, via del Corso, p.zza S.Ignazio (la mia preferita), Campo di fiori, via dei giubbonari, l.go Argentina e poi finalmente il ghetto, dove c'è un mio amico che gestisce un bar. mi affaccio per vedere se c'è ma nulla da fare, ripasserò. sono alla ricerca di un copridivano da mettere su un mobile (dovrei dire dunque coprimobile ma suona male). l'idea di partenza era trovare uno di questi negozietti etnici e risolvere lì la situazione. purtroppo non se ne trovano da queste parti e cosi...e cosi, capito davanti ad un negozio di tessuti, proprio al ghetto. sono le 14 e i ragazzi della scuola ebraica sono appena usciti. fanno un gran baccano ed hanno tutto il cappellino in testa..molti si fermano a mangiare in un fast food ebraico: sui tavoli vedo patatine e carne non identificata, mi sembra roba poco appetitosa..ma torniamo al negozio. ci sono rotoli esposti fuori e dentro decine di scaffali colmi di tessuti. lo gestiscono due fratelli, ebrei sicuramente. sembrano usciti da un film dei fratelli coen. uno è più timido, mingherlino, l'altro ha una voce tuonante, ha una corporatura imponente, e come mi vede si mette a completa disposizione.. parla un romano pronunciato e ama la battuata.
"daje bello, entra..dimme che te serve..?"
"mi servirebbe..."
"come o voi sto copridivano?"
"ma non saprei"
"eh si no o sai te"..l'uomo guarda il fratello mingherlino e si sorridono, io sto al gioco, rido pure io.
"vorrei qualcosa di colorato.."
"eccolo, daje, viè de la, seguime" e mi porta nella stanza accanto, anche quella colma di merce
"questo, questo o questo qua ble!", mi dice, ma io sono indeciso, mi piacciono tutti e tre..
"faccio una cosa, ne prendo due..mi dia un metro e mezzo di questo e quello"
il fratello nel frattempo è uscito e restiamo soli
"daje, damme na mano a tagliallo.." dice bruscamente
"si, mi dica che devo fare"
"tieni tirato li..eccolo, pronti..quattr..pe..tr..più..uno...mezz..so 12 euro"
Vabbè dai, penso, per due coprimobile, mica male, se andavo dagli etnici di sicuro mi levavano il doppio..bene bene, mi è simpatico sto negozio..
"De dove sei te?"
"di roma"
"ma che stai a dì..nun ce provà"
"le giuro, sono di Roma.."
"ma che ne so parli strano..ma de roma dove?"
"di ostia"
"aaaahhh, o vedi, mica sei de roma.."
"e vabè siamo lì.."
"emmica tanto..è n'altro mondo proprio eh.."
Ed in effetti ha ragione.
"ma ora abito qui in zona."
"ah si, e indò?"
"a coronari, una traversa, l.gotevere tor di nona"
"ahhhh, li c'è ezio, ce so i compagni"
"eh si, è vero, c'è la sezione dell.."
"è vero si, c'è ezio, n'amico mio..salutamelo tanto se ce passi.."
"sicuro.." ma tanto lo so che non ci passerò, e se anche lo facessi non direi mai "ah ezio te saluta.."
Riprendo la bici e torno a casa.sulla strada compro un pezzo di pizza bianca e mi ricordo che non ho pranzato..frittatina? frittatina, con un pò di insalata verde.

Sunday, January 27, 2008

Annate, andate.

"Maestro, ma che non lo sapevi che il padre di Giorgia, la cantante, ha fatto i sordi facendo il maiolicaro?" E' l'una e mezza di notte e P., il mio capo orchestra, mi lascia sotto casa. "Giulio todrani, il padre di Giorgia, gestisce tutti gli smorzi di maioliche di Roma, vanno tutti da lui". Ebbene no, non lo sapevo, come non sapevo che negli anni 70 si usassero termini come "capo orchestra", che è in sostanza il leader organizzativo del gruppo, quello che trova gli ingaggi, gestisce i soldi e placa gli animi. Oggi non si usa più come termine, almeno non a Roma.
"er nait era na cosa da paura..sonavamo 3 orchestre ogni sera. c'era l'orchestra di primo livello, di secondo e di terzo..io dal 68 al 71 sonavo in una di terzo..aprivamo i concerti a Bruno Martino e Peppino decapri..a Roma in quegli anni se sonava dappertutto..io prendevo 210 mila lire al mese..considera che mio fratello che lavorava alla Coca Cola, ne prendeva 80..e poi vive la notte, annà al bar degli artisti a stazione termini, se incontravamo tutti lì, dopo e serate..noi, come orchestra de terzo livello finivamo intorno alle 4..io spesso m'addormentavo sulla batteria, quanno arivava er momento della bossa nova..a vorte me trovavano in bagno che m'ero addormentato sul cesso, allora uno der gruppo se metteva dietro alla batteria e faceva du cazzate, dava du botte.."..siamo all'altezza dell'uscita Ceprano, stiamo tornando da Napoli, dove abbiamo suonato..a parlare è P., un batterista sui 55 anni. accanto a lui c'è L. anche lui della stessa età; sono amici e suonano insieme da una vita. L. ha girato il mondo come tastierista di Rita Pavone, mentre P. ha suonato in varie situazioni, soprattutto con i Santo California ed un duo dal nome Giuli &Giuli ( padre e madre di Giorgia, la cantante).
" ma com'è che hai iniziato a suonare la batteria?"
"allora maestro, devi sapere che io sò nato al Quarticciolo e in casa mia sonavano tutti a fisarmonica..mi padre, mi fratello F., tutti co sta fisarmonica..abitavamo in delle baracchette e spesso capitava che venivo dalle baracche accanto a sentìlli sonà..c'era un cortile e se mettevamo tutti li e ballavamo, cantavamo..questo per dire che s'è sempre respirata la musica in famiglia mia..poi successe che mi fratello se comprò una batteria e se fece imparà a sonalla da il "Roscio", il batterista dei Romance. mò però, mi fratello era anche forte co a bicicletta, tant'è che è stato campione nazionale. allora successe che ad un certo punto dovette lascià sta batteria; un pò pe il tempo, un pò perchè non poteva rischià i crampi sonando a batteria. e così iniziai io: sonando co M., l'altro mio fratello che c'aveva un gruppo con un batterista beota (ubriacone)..lo cacciarono e subentrai io..ma la fortuna mia, è stata l'incidente al ginocchio: me feci male e sport non ne potevo fare. la batteria era perfetta: stavo seduto.."
Arriviamo all'uscita del raccordo per ostia e P. mi sta raccontando del suo periodo londinese, di quando ha suonato per un anno in un ristorante italiano..ad un certo punto mi fa:
"la generazione mia, è stata la rovina della musica dal vivo.."
"come? che?"
"eh si maestro, lo dico per primo io, che n'ho fatte de tutti i colori..fino agli anni 60 in giro, nei locali, ci sonvano i professionisti, stavano lì co lo smoking, gli spartiti..erano tutti grandi musicisti..poi semo arivati noi, na mandria de sprovveduti, che s'arangiavamo a fa tutto..a rumba, er swing, un pò de disco, er ritmen blus..eravamo capelloni, i gestori ce pagavano de meno e come immagine eravamo più alla moda, più adatti al periodo. ma se capiva che non sarebbe durate per sempre, avemo acchiappato fino a che avemo potuto..tant'è che oggi semo rimasti in pochi a sonà: chi s'è ammazzato, chi non sona più, chi beve, che de qua chi de la.."
Erano altri tempi davvero: ci fermiamo a prendere un caffè ad un bar vicino casa. P. parla con la cassiera, una donna sulla cinquantina.
"questo ragazzetto, è un grande chitarista" , dice indicando me. io rido, perchè dice di tutti cosi.
"sa signora, io negli anni 70 sonavo con i Santo California, se li ricorda"
" e certo che me li ricordo..Ritornerò , si chiamava la canzone di S. Remo". P. sorride soddisfatto, si diverte tanto a parlare , ad attaccare bottone con chiunque capiti nei paraggi..riconosce anche un suo amico, un certo L., un bassista, che negli anni 70 era tra i più grandi di Roma (sempre a detta di P.). Si fermano a parlare e P. lo invita a fare non so cosa con non so quale gruppo di non so chi..Siamo in un bar, è notte inoltrata e stiamo tornando da una serata. Il capo orchestra paga il conto, poi inizia a parlare di nuovo di quegli anni: anni felici, anni sereni, altro che anni di piombo, quella era roba per intellettuali.
"il 68 io non l'ho fatto..il giorno dormivo, la sera facevo er nait"

Saturday, January 26, 2008


ci vuole occhio!

dovrei proprio andare a dormire perchè tardi, sono le 2 e mezza e tra 5 ore mi sveglio, vado a lavorare..stasera abbiamo suonato in un locale, molto male per la verità, ma non è importante, la musica non è poi cosi importante.dovrei andare a dormire perchè sono molto stanco, sono giorni davvero frenetici e figuratevi che sto anche perdendo peso..cosa che per me è evento raro..ieri ho fatto una cena a casa con gli amici e oggi ce n'è voluta a risistemare, a pulire e tutto il resto. oggi poi sono andato alla mostra della pop-art: una stronzata colossale la pop-art, warhol cialtrone primo tra tutti..ma non è poi cosi importante l'arte, le mostre..dovrei andare a dormire perchè è sempre più tardi e domani, dopo il lavoro, all'ora di pranzo devo andare a suonare a napoli. andata e ritorno. ma non è la stanchezza tanto importante, no, non è quello che mi preme. e figurarsi le vicende che affliggono il nostro paese, chisseneimporta, o meglio, lasciamo che non mi facciano avvelenare come al mio solito. no, non è quello che mi disturba.. è più lo sguardo di una persona che mi guarda e mi giudica, ed a me i giudizi piacciono; se c'è una cosa che amo è chi mi critica. è questa persona, che riesce a farmi sentire un cretino, questo mi disturba..non è come state pensando, non c'è niente tra di noi: è solo che mi guarda in un modo diverso, con simpatia, ma con un certo sottofondo di critica per l'appunto. come a dire "Sgamas, ma perchè fai tutto questo rumore?". dovrei andare a dormire e queste sono solo paranoie tutte mie, magari non è vero niente..e poi, non è che mi tolgano il sonno questi pensieri, diciamo che mi suscitano più che altro sensazioni inusuali. e che si può chiedere di più dalla vita, se non la novità, la lotta alla monotonia sentimentale? ora vado, è davvero tardi, magari prima bevo un bicchiere d'acqua. un mio amico dice che quando torni a casa ubriaco è meglio se ti bevi un bel bicchiere d'acqua, scongiura il mal di testa al risveglio.

Sunday, January 20, 2008

e poi ci sono cose, pensieri, invenzioni, troppo personali per parlarne qui, di fronte a tutti..di importante c'è che la musica sta prendendo il sopravvento su di me..a breve inizierò a suonare in un paio di situazioni che mi daranno (cosi dice) parecchio lavoro e mi faranno fare un bel pò di viaggetti per la nostra penisola. una è con un comico che si vede anche in Tv, mi dicono su italia1, a colorado cafè..e l'altra è un certo Wes, un cantante degli anni 60/70, quello che in coppia con Dori Ghezzi cantava "e non ci lasceremo mai"..vistri gli altri musicisti so gia che ci sarà da morire dal ridere, e poi a me piacciono tanto ste situazioni scalcinate, questi cantanti da feste di paese in piazza. e poi sono bei soldini.come dire: se il mercato del lavoro non mi vuole, mi arrangio suonando. che poi , non è neanche un cattivo arrangiarsi. per ora, diciamo che suono col gruppo martedì al The Place, a Roma, a borgo Pio, vicino casa insomma. spero di vedervi tutti/e, è un concorso e faremo canzoni mie, nostre, insomma quella roba lì.

www.myspace.com/limboskata

studiata che voglio vedervi cantare.

Tuesday, January 15, 2008



vestito di bianco, con i crocifissi d'oro, fasciato di nero, con il telefono a sirena facente il ruolo del coro. mentre chiude una saracinesca e arresta gli occhi, mentre scrive sulla lavagna l'orario per la consegna. dietro l'obiettivo di una digitale, tra il fumo, la coltre di quel centro sociale..a fari spenti parcheggiato nell'ombra, mentre offre una rossana per tapparti la bocca. mentre occupa di forza una casa, mentre alza l'affitto perchè ha il privilegio di un tetto..e manda avanti i secondi, e manda indietro gli avanzi, mentre scrive di notte parlando a nome di tutti..mentre s'apre la bocca per la risata generale, mentre arriva in orario tra lo stupore pendolare..nella delega a lui, nella delega a lei..sotto i tacchi in marina, nella gestione indecorosa della stiva..mentre guarda con le braccia conserte, mentre incute timore e costringe a chiuder a chiave le porte.
ho visto un sacco di potere in giro: riusciremo un giorno a bucarlo?

Monday, January 14, 2008

Zappappero

più che altro in questi giorni mi sto spostando, da una parte all'altra. si perchè dormo a roma, a volte a ostia. lavoro al centro sportivo, poi il giovedì al locale, ed il martedì e qualche venerdì ho le lezioni di chitarra ai bimbi, alla scuola. quando ho una mattinata o un pomeriggio libero me ne vado a spasso o a studiare in una biblioteca al centro, e la sera spesso capita che ho le prove con qualche gruppo. insomma più che altro mi sposto, ed in più con diversi mezzi di locomozione. bicicletta, autobus, metro, macchina, piedi. e tanti luoghi diversi mi creano un certo spaesamento: non ricordo più dove le lascio le cose, ho 4 mazzi di chiavi, e chitarre ed aggeggi annessi sparsi un pò dovunque. quindi ho deciso che per liberarmi la testa inizierò ad utilizzare un'agenda: non mi piace l'idea e non mi piace la vita frenetica. in effetti non è frenetica, anzi, diciamo solo che sono le faccende logistiche ad occuparmi troppo la testa. e a me la testa serve per girare a vuoto, per riflettere attentamente sugli aspetti più inutili della vita. mi rilasso solo nell'evasione, è l'unico momento in cui mi sento davvero libero e tranquillo: ma non che sia uno con la testa sulle nuvole, mi sa solo che mi annoio a seguire troppo l'ordine degli eventi. ecco diciamo che mi trovo meglio nel disordine degli eventi, quando scompongo tutto e lo ricreo a mio piacimento, a mio divertimento. si più che altro divertimento. a volte però è pure la realtà a venirmi incontro, a somigliare tanto ad una delle mie storie inventate. prendi sabato notte: scendo dalla macchina e attraverso la strada per andare a casetta. per arrivarci ci sono delle scalette che portano da lungotevere alla strada in cui vivo. ebbene mentre scendo sta scalinatella mi accorgo che a metà rampa c'è un raccoglitore di legno pieno di audio cassette, tutte in fila, sistemate con cura. mi chino per vedere meglio e mi accorgo che più della metà, circa una ventina, sono cassette del grandissimo Zappa, frank zappa, uno dei più grandi, un faro per me. ce ne sono altre dei Genesis, un lucio dalla degli inizi, un sempre buon battisti e altra roba che ora non ricordo. e quindi mi guardo intorno e non passa nessuno, e la cosa non è strana visto che erano pure le 3 di notte. insomma apro lo zaino che porto sempre con me e ci inizio a mettere dentro tutte quelle del grande Frank,un paio dei Genesis live etcc..il meglio insomma. fischiettando poi finisco di scendere la seconda rampa ed entro nel portone, col bottino che rumoreggia nello zaino mentre salgo le scale di casa. cosi ora ho delle cose orginali del grande FRank, parecchie sono infatti audio cassette degli anni 70 di quelle con le custodie colorate . non valgono un cacchio lo so, ma volete mettere quando mi chiederenno " e ste cassette dove le hai prese?"..ieri sera invece nello stesso punto verso la mezzanotte ci ho trovato una ventina di libri gialli, giallacci però e non mi sono neanche fermato. evidentemente qualcuno del quaritere sta buttando un pò di cose e visto il successo delle cassette ha deciso di mettere a disposizione anche il resto. chissà nei prossimi giorni che capiterà. sta gente del centro, valla a capire.

Thursday, January 10, 2008

Serenate


ho un debole per le canzoni d'amore, il massimo è se sono dei valzer. e poi mi piacciono le voci sussurrate, quelle parole che arrivano a malapena all'orecchio, che bisogna metterci tutta la propria voglia di sentirle forte e chiare, le frasi d'amore cantate. "senza fine, tu trascini la nostra vita, senza un'attimo di respiro...tu per me sei luna e sole.."..cantare ad occhi chiusi, con le spalle che si inarcano, che si stringono a guscio per coprire il cuo...non ce la faccio a dirlo dai, rischio il miele..
"non dormo e ho gli occhi aperti per te.." e poi la meravigliosa "rose rosse per te, ho comprato stasera, e il mio cuore lo sa cosa voglio da te.." si perchè "d'amore non si muore, ma non mi so spiegare perchè muoio per te".. ho un debole per queste cose, per i cuori aperti, i sentimenti messi in mostra, questi amori vigorosi, che vibrano nell'aria, che nel corpo mica ci riescono a stare; è per questo che li cantano, che se ne scrive tanto. "non dimenticar le mie parole, bimba tu non sai cos'è l'amore, è una cosa bella più del sole, più del sole dà calore"cantava Rabagliati negli anni 30.. o ancora "parlami d'amore..." .. "roma damme na mano a faje di de si..prendi tutte le stelle..".. o Cole Porter "notte e giorno tu sei l'unica, solo tu al chiaro di luna e sotto il sole, non importa se mi sei vicina o lontana, dove sei penso a te giorno e notte".. o Jaques Brel "mon amour, mon doux, mon tendre...mio dolce, tenero, meraviglioso amore..dall'alba chiara, fino alla fine del giorno, je t'aime encore tu sais, je t'aime.."..o ancora il grande Ibrahim Ferrer "dos gardenias para ti..due gardenie per te, con queste voglio dirti che ti amo, ti adoro, vita mia..abbi cura di loro, perchè sono il tuo cuore ed il mio.." e che ve lo dico a fare se poi al momento del ritornello entrano i violini, una terza sotto la voce..e poi quelle degli amori mancati, finiti, tipo la splendida "ciao amore ciao.."...o Tonino carotone "perchè continuo a credere nell'amore se mi tradisce e mi abbandona..se non mi comprende per come sono?!"
o la somma "insieme a te non ci sto più...cercavo in te, la tenerezza che non ho, la comprensione che non so trovare in questo mondo stupido"..ecco ci siamo arrivati, questa è una delle frasi più belle della canzone italiana, secondo me ovviamente. c'è dentro tutto, l'anelito ad un amore puro, il disincanto, l'amarezza per vivere in questo mondo davvero stupido..ma poi alla strofa dopo la presa d'atto, lo slancio vitale bergsoniano "si muore un pò per poter vivere..arrivederci amore ciao, le nubi sono già più in la"..l'autore dice che ce la farà anche senza di lei, che sta già meglio..ah no, non toglietemi le canzoni d'amore; se sono dei valzer poi, il cuore batte forte di sicuro.

Tuesday, January 08, 2008


Sono entrato a casa Sgamas per la prima volta una settimana fa, in punta di piedi. E vi confesso che ho provato un certo sgomento nel toccare con mano una realtà che sino ad allora avevo letto soltanto nella cronaca. L' appartamento( se così può essere definito un bilocale umido con gli intonaci cadenti,piastrelle sgretolate dal tempo e rattoppate con nastro adesivo, le condutture rotte del bagno, un' angolo cottura con fornello da campeggio del '67, una piccola brandina pieghevole ed uno scrittoio rubato al vicino convento dei francescani) è collocato in un degradato stabile dell' estrema periferia di roma, dove da tempo anche le forze dell' ordine non mettono più piede nemmeno per sbaglio. " Il momento più difficile è alla sera, prima di coricarsi" afferma sconsolato Sgamas, " quando ti accorgi che in assenza di riscaldamento sei costretto ad aggiungere fogli di giornale sopra ad un piumone ammuffito, col braciere sempre acceso a rischio incendio". Come non provare una naturale simpatia umana per questo ragazzo di belle speranze che, vittima di ideali per i quali ha speso una vita, ora si ritrova solo a combattere contro il nemico più insidioso della società: l' indigenza, " Che è intima amica dell' indifferenza sociale", chiosa il nostro malinconico musicista ed ex politologo. Abbiamo perciò lanciato una campagna per lo Sgamas nel mondo, affinchè nessun ragazzo debba più languire in contesti così disastrati: lo stesso sindaco dell' Urbe sembra aver preso molto a cuore la situazione, e afferma che " molto presto il Guiducci avrà la disponibilità di un alloggio nella parte di Roma che più gli compete e più si adatta alla sua personalità forte e combattiva: il Campo Marzio".

Si tratterà delle solite promesse da politico consumato, oppure esiste davvero una speranza per il dottor Guiducci, in arte Sgamas? Noi lo speriamo vivamente.

Thursday, January 03, 2008


Scarafaggi in casa

Freddy salì le scale a due a due, arrestandosi solo al terzo pianerottolo del palazzo. si guardò intorno e vide poco e poco male se fosse fredda l'aria e umida la sala. girò la chiave lasciandosi la chiusura di una porta alle sue spalle. si tolse scarpe, giacca e qualche spicciolo generico dalle tasche..accese lo stereo: e le mattonelle divennero campi di fragole, e le finestre oblò di un giallo sottomarino. e uccelli bianchi saltando di qua e di là riempivano di cigoli la stanza. E gli venne in mente la cara Martha, e Prudence e Julia. Freddy si convinse che la felicità fosse una pistola calda, Freddy era stanco, cosi stanco, Freddy voleva un'altra sigaretta. Quel mattino al supermercato aveva incontrato Desmond, un tipo con una lunga veste di flanella; Desmond aveva conosciuto quello stesso mattino una ragazza di nome Molly, lei cantava in una band. Si erano piaciuti subito ed in queste cose si sa che finisce sempre ad obladi obladà. Desmond aveva guardato Freddy nel reparto scatolame, comprare dosi industriali di tonno, una fornitura da regimento.
"amico, che ci fai con tutto quel tonno?"
"sai, vivo solo, e quando non mi va di cucinare.."
Desmond l'aveva guardato scuotendo la testa, come se fosse bagnata di un pensiero che ora iniziava a sgocciolare anche nel cuore di Freddy.
"all you need is love.." aveva canticchiato Desmond
"taratatà" continuando aveva risposto Freddy.

Tuesday, January 01, 2008



Mi sveglio con un gran mal di testa, con il naso che, fuori dall'azione delle lenzuola, è gelido. Una cosa brutta di casetta è che è fredda, troppo, e non che io fossi abituato alle temperature equatoriali dei condomi italiani. Ma da una parte il fresco in casa rende meno duro lo stacco di uscire di fuori, di andarsene per strada a passeggiare. Ed infatti domenica mattina prendo ed esco, per la prima volta in bicicletta. C'è un bel sole, poche persone per strada, e decido di andarmene a prendere un caffè a Trastevere, in solitaria. Bicicletto per un dieci minuti e sono a p.zza Trilussa, deserta, con una luce festiva, opaca, stanca che non gli va manco tanto a lei. Proprio lì mi ricordo che è domenica e che la domenica c'è Porta Portese. "e andiamo cazzarola, sta qui dietro". Ci vogliono cinque minuti e sono alle mura : lego la bici e inizio a camminare. I mercati a me piacciono da morire, soprattutto amo ascoltare le urla dei venditori, mi fanno ridere di gusto.
"tranquilli, è garantito, è tutta robba rubata..."..oppure "ma che non l'hanno dati li stipendi sto mese?"..."ah signò, ha sentito Draghi della Banca D'itaglia ha detto che tocca consumà..ce l'aveva co lei eh, namo co quee mutande..3 pezzi 5 euro"..mi diverto, mi rilasso tantissimo: mi sento sempre bene nei luoghi poco strutturati, informali, in cui ti dai subito del tu col negoziante..
e capita infatti che ho il sellino della bici basso e che mi serve una chiave inglese (una 10) per alzarlo..becco uno con un banchetto pieno di cianfrusaglie e ne trovo una, gli chiedo
"quant'è ?"
"2 euro"..
"seeeee" gli dico
"a bello quelle so de marca,"..me fa
"e dammene una senza marca, mica è un regalo" gli dico
"ecchetela qua..damme un euro"
"tiè..ciao"
"ciao dottò"
il primo acquisto è fatto. ora bisogna pensare all'estetica della bici: è una vecchia graziella viola, da donna, con il cestino e dei carterini bianchi con i fiori ai lati..una bici da vecchio ricchione ricco col foulard che va a p.zza Navona a rimorchiare, parlandoci chiaro. mi serve una bomboletta, la voglio fare nero opaco.
"quanto me la fai?"
"so 4 euro"
"ce n'ho tre"
"la busta la vuoi?"
"no"
"ciao dottò."
"ciao , grazie"
Bello porta portese, esci di lì che hai sempre la sensazione di aver fatto l'affare, di aver contrattato sul prezzo e quindi essere stato scaltro, un tipo tosto, mica un turista di quelli che 30 gli chiedono e 30 gli danno. in realtà è ovvio gli affari li fanno i venditori, ma questo è un altro discorso. ad ogni modo, ora ho bomboletta e chiave inglese ed una bici da rimettere a nuovo e sulla strada di casa penso che un garage o un cortile per fare tutto questo non ce l'ho. dunque come fare?facile: scendo alle rive del tevere e mi metto li, che tanto non gira nessuno. In effetti c'è poca gente, molto poca, si sta benissimo: ponte sisto visto da sotto è ancora più bello. mi metto ad un angolo e inizio a verniciare la mia bici, la voglio fare a macchie, non proprio di un nero omogeneo. ad un certo punto vedo dei turisti da lontano che mi guardano e che si bloccano, come per riflettere se passarmi vicino o meno: è la scintilla che mi fa vedere la situazione dall'esterno. sembro proprio uno che ha rubato una bici e la sta ripitturando per non farla riconoscere. mi viene da ridere, tanto, e per questo vado avanti ancora più sereno di prima.do spruzzate qui e li da grande artista che completa la sua opera. finito passo al sellino e mentre la vernice si asciuga mi fumo una sigaretta . verso le 3 arrivo a casa e mi cucino qualcosa: mangio e sento un pò di radio. alle 4 e 45 esco per andare a fare le prove. c'è il delirio in strada, l'autobus è pieno di gente, da impazzire. tutti turisti, questa gente che gli chiedono 40 e gli danno 40.