Tuesday, November 27, 2007

cazzo, ero convinto che il concorso fosse giovedì, invece è domani (oggi ormai, vista l'ora)!!!!!!!!!!!!!!!!!!
so proprio un disastro..vado a nanna, voglio che questa disfatta mi colga fresco come una rosa.

Monday, November 26, 2007


Quanta energia nasconde il corpo umano

Dunque, dunque..io più cose faccio e meglio sto, e diciamo che in questo periodo sto benino. il lavoro di segretario va e nel frattempo mi sto muovendo per un progetto (sempre lavorativo) di cui per scaramanzia non vi parlo. dicasi solo che sarebbe una cosa bellissima e la vicenda sembra si stia mettendo bene..c'entra la musica ma solo in parte, è una cosa che come racconto agli amici mi dicono tutti "ma lo sai che ti ci vedo proprio"..dunque c'è da stare allegri e dare una mano alla sorte sino ad ora un pò avara. in più una mia zia di secondo grado, esperta di astrologia, dice che ho un quadro astrale da paura. anzi a dirla tutta me l'aveva detto un anno fa che a novembre del 2007 ce ne sarebbero state delle belle, davvero l'aveva detto. un paio di mesi fa poi, nel bel mezzo del mio minimo storico, l'ho incontrata per caso e mi ha detto, fa dice "ma stai tranquillo che a novembre ti entra giove in trigono e tutto si aggiusta..tieni duro". io duro non ho tenuto, anzi diciamo che ho fatto l'esatto contrario. ora però le giornate, che cominciano sempre male, migliorano rapidamente e verso le 11 sono quasi accettabili, a mezzogiorno buone, dopopranzo stazionarie fino alla sera. in più stamattina mi arriva la notizia che col gruppo siamo passati su Radio Rock e da paura (la settimana scorsa su Radio Popolare di Milano..uè figa che roba). poi giovedì si suona, e pure domenica, e pure la settimana dopo e pure quella dopo ancora..poi sto lavorando ad progetto: musiche da eseguire dal vivo mentre vengono proiettati film muti..sono in fase di avvio ma ho già contatti per proporla in qualche locale.insomma si farà..e poi e poi..ah si, giovedì ho il test per il concorso al ministero..e lunedi prossimo vado all'università per visionare il mio piano di studi da matricola (vojo diventà psicologo vaffanculo!)...e poi c'è il locale, i gruppi da contattare..come diceva Mao Tse Tung "grande è il disordine nel cosmo"..certo che anche qui c'è un bel casino.

Saturday, November 24, 2007


22.11.2005

Ed arrivò col bavero del cappotto alzato, a coprire le orecchie, a nascondere il collo, a sparire il taglio sulla parte superiore della spalla sinistra. In tasca aveva tempo, nella mani piantata e cresciuta voglia, aggrappato all'ingiallirsi dei denti un documento sonoro da indirizzare ad una persona non qualunque.
All'angolo dei tasti neri, all'angolo dei tasti bianca, dietro di loro un mantice dorato che si spalancava e chiudeva a tempo di Chiquiln de Baquin di Astor, Piazzolla ovviamente. E scendeva la neve e bruciavano castagne sulla graticola che sputava puntine di fuoco, manciate nell'aria gelida d'inverno.
il fisarmonicista aveva davanti un cappello poggiato in terra, accanto a questo un foglietto con su scritto: "per te".
Ero a Roma, come spesso a largo Argentina, non a caso quella musica di soprafondo, che rendeva tutto secondario, tutto di contorno. Mi avvicinai all'uomo per sentire meglio, mi sorrise, indicò le mie dita lunghe da chitarriere; ci eravamo riconosciuti colleghi. Passò a Adios Nonino, sempre di Astor, piazzolla ovviamente, e su quelle note ricordo che me ne andai stupido, salutandolo con un gesto della testa. Successe poi che presi un autobus + una metro + più una macchina indirizzata a casa; e di te neanche una traccia, neanche un indizio che mi avrebbe permesso di riconoscerti.
Per te, dall'aspetto sconosciuto.

Monday, November 19, 2007



E quindi torno a casa verso mezzanotte e accendo la tv. mi ceno delle polpette e faccio un pò di zapping, finchè non inciampo in un programma sul 2. c'è un ring, sopra a questo una nota pornostar redenta,cui pare che Costanzo il pidduista ha proposto di interpretare Santa Maria Goretti in uno spettacolo di Carmelo Bene. La cosa già messa così si prospetta raccapricciante.Sotto al ring ci sono poi 5 o 6 giornalisti che fanno le facce cattive per far vedere al pubblico che sono "d'assalto, indipendenti", ma in realtà sono solo scemi e fanno domande alla Striscia la Notizia; trattasi di giornalismo del pappappero (tipo che l'intervistato dice una cosa e il giornalista, per partito preso, tira in ballo una cosa che non c'entra e crea una contraddizione. es. l'intervistato dice "quello che Bush ha fatto con i prigionieri di Guantanamo è una violazione del trattato di Ginevra" e il giornalista "e allora fidel Castro?e allora è giusto pagare i pentiti per farli parlare?"...ditemi un pò voi che cazzo di collegamento c'è.)Ad ogni modo sopporto il giornalismo del pappappero perchè l'alternativa sono o mentana o vespa, o mangiare in cucina in silenzio ad ormai l'una di notte. Ma è quando la pornostar intervistata dice testuali parole che il proprio non mi regge "mi ritengo prima di tutto un'artista". ora, la parola è abusata, questo si sa, ma qui si esagera. e allora spengo e mi privo di artisti, giornalisti d'assalto etc etc..e mi metto a pensare a quanto ho letto stasera sul giornale mentre ero al lavoro (se si può chiamare lavoro quello che faccio). insomma dice che secondo la dottrina zen esiste solo il cammino e non esistono punti di arrivo nella vita di un uomo. esistono solo mete parziali che bisogna prima porsi e poi cercare di raggiungere. e pare che è molto di moda negli Stati uniti, sto fatto di porsi delle mete: dice che ci sono massimo 100 mete parziali per ogni vita. il fatto che sia molto di moda negli Usa è già raccapricciante di per sè, ma non siamo pregiudizali. in fondo è divertente la cosa. dunque vediamo..mete parziali, mete parziali..che cacchio..mi vengono solo cose enormi, molto impegnative, sarà che sono nel periodo ribelle della mia vita.oh, c'è che ce l'ha a 16 anni e chi dieci anni dopo..perchè nun se pò?mete mete..100 so pure un casino..ma alla fine manco troppe, io vorrei fare tutto..no davvero, vorrei fare tutto..ogni volta che vedo qualcuno che è contento di fare una cosa mi viene da dire "pure io!!!"..è così..mannaggia, 100 mete, solo, e che ci faccio..sto zen non mi piace per niente..ho deciso, faccio così: ufficialmente ne dichiaro 100, poi le altre le faccio in nero. tanto che c'è la finanza zen?

Wednesday, November 14, 2007


Introduzione

Caduta col capo all'ingiù. Fallimento, dissesto
. Ebbene si, questa la definizione del dizionario di capitombolo, termine a me molto caro. E quindi eccoci finalmente giunti alla spiegazione della ormai tanto citata Teoria del Capitombolo. Se ne discute su diverse pubblicazioni, testi universitari, ma nessuno sa effettivamente di cosa stiamo parlando; dunque a voi, lettori di Cineserie, il privilegio di essere i primi a sapere di cosa si tratta, essendo io l'unico ed indiscusso padre della suddetta teoria.
Dunque, l'origine del termine è nota: la parola Capitombolo deriva dal greco Kapitos (testa) più il suffisso ombolikos, participio presente del verdo imbere (rotolare...ombelico, tanto per dire, sta ad indicare infatti in greco qualcosa di circolare, di rotondo). Il termine significa letteralmente testa rotolante, e da qui è bene partire. Gli antichi greci usavano il termine Kapitombolos in riferimento ad una festa popolare durante la quale, la testa di un cavallo (col tempo sostituita da una sorta di pagnotta di pane a forma di testa) veniva per l'appunto lanciata da una collina e fatta rotolare giù sino a raggiungere i campi coltivati sottostanti . La testa del cavallo tagliata era tanto un simbolo sacrificale quanto la manifestazione della crudeltà dell'uomo, e l'atto di tagliarla, secondo gli antichi, sarebbe dovuta apparire agli occhi degli dei come ammissione e condanna della propria malvagità. Per questo la testa veniva gettata giù: sia per chiedere fertilità della campagna sia per dire "Oh Dei, siamo capaci di tanta malvagità, esseri indegni del dono della vita, aiutateci voi, che conoscete invece solo la giustizia" Era probabilmente un rito di derivazione sumera, ed esistono ad oggi zone della grecia (spefificatamente nelle isole cicladi) ove questo viene ancora praticato. E' questa ambiguità di fondo del termine a restare tutt'oggi, tanto da riflettersi nella definizione del dizionario: caduta col capò all'ingiù, dissesto, fallimento. Si perchè dal secondo secolo dopo Cristo in poi, la pratica venna adottata anche dai latini, i quali la rimaneggiarono e corressero a loro piacimento (cosa alquanto consueta), cambiandone in definitiva di significato. In Plinio il Giovane si legge "tirarono su la testa con tutta la forza, per scongiurare la sconfitta..". C'è un riferimento qui al rito del Kapitombolos con dinamica diciamo inversa: la testa del cavallo posta nel centro del campo veniva tirata su con delle grandi funi, facendo ben attenzione che non si rivoltasse, che la parte del muso non toccasse la terra. La testa era infatti in questo caso ricavata da grandi blocchi di marmo, dunque molto pesante. Riuscire a portarla fino in cima senza rivoltarla era buon auspicio per la vittoria in battaglia, il contrario stava ad indicare la sconfitta imminente. (il modo di dire "camminare a testa alta" deriva proprio da questo).
Ora voi direte: ma tu come fai a sapere tutte queste cose? La risposta è : facilissimo, le ho inventate in questo momento.
Questi per ora sono solo alcuni cenni storici per inquadrare il discorso; la teoria verrà spiegata a breve, quella esiste per davvero. Nella mia testa ovviamente.


nella foto una raffigurazione del cosiddetto "cavallo di Maleventum" del 3 sec. d.c. e rinvenuta nei pressi della odierna Benevento.

Tuesday, November 13, 2007


Appunti per un finale

uhmm, quanti dubbi, quanti pensieri, a volte penso che dovrei venderli al mercato, dentro quelle cassette di legno che si usano per la frutta. tipo
"senta me da quei dubbi sur futuro là, me ne fa un paio d'etti"
"certo signora..desidera altro?"
"ma quei discorsi sul non essere andato via da qui, come so, so freschi?"
"ma quali quelli?freschissimi, robba di stamadina"
"allora fammene un paio di chili, che pure se avanzano li metto al congelatore"
e poi però si scoprirebbe che la merce più buona è quella che sta nel retro bottega, quella per cui bisogna fare i salti mortali per averla. quante cose nascoste nelle vita di tutti, quanti misteri, quante foglie a coprire la frutta, quanto ghiaccio a sommergere il pesce, latte ad affogare le mozzarelle, sale ad assetare le alici. non tutti però sembrano ammettere di avere dei segreti, dei punti bui della coscienza, delle zone d'ombra lontano dalla normale esposizione di merce, di parole, di prodotti della mente, che, neanche a dirlo, spesso mente. e allora siamo un pò tutti come in un grande mercato, a sceglierci la robba che ci piace di più, senza sapere però che c'è dietro, dentro, al di la della siepe.
inquadratura dall'alto raffigurante un mercato bagnato dalla pioggia. si intravede un ombrello rosso, sotto l'ombrello lui, il proprietario della voce fuori campo. segue primo piano molto stretto, a prendere solo occhi e bocca, anzi occhi, naso,baffi, bocca da cui esce una panna di fumo d'umidità. sorriso, con musica di sottofondo che sale di volume. il brano è: "viola d'amore" di Don Backy. nero, titoli di coda.

Wednesday, November 07, 2007


Eccomi di nuovo, eccomi di vecchio.

Sono tornato, si era rotto il pc, ma ora è come nuovo, ho cambiato l'alimentatore.
Stasera sono andato al cinema, con un'amica di vecchia data, a vedere un film dell'orrore, l'ultimo di Soldini, quello di pane e tulipani, con Albanese e la Buy. Andate a vederelo, non andate a vederlo. E' un film perfetto, asciutto, tanto reale da sembrare assurdo, così vero da risultare insensato; il problema sta tutto nella storia che racconta. La storia non ve la racconto: i film vanno visti, come le canzoni vanno ascoltate, i libri letti, i quadri osservati. Vi dico solo che parla di un uomo che perde il lavoro e fatica a trovarne un altro. In mezzo ci sono montagne di frustrazioni, disperazioni, giorni incomprensibili, vite che cambiano repentinamente d'aspetto. Michele ed elsa, i due protagonisti, sono due benestanti che dalla sera alla mattina si trovano con nulla in mano, o almeno con nulla di quello che avevano fino al giorno prima. La disfatta "sociale" apre infatti il terreno alla dignità dei sentimenti, alla forza dei legami più stretti: ma detto così è banale ed il film tutto è tranne che banale. E' un film piuttosto dell'orrore, molto intenso, un brutto cazzotto nello stomaco. Ma è anche un film sulla dignità, sulla giustizia, sull'importanza di essere delle brave persone. Michele diventa povero perchè non se la sente di cacciare via i propri operai, non ce la fa a lincenziarli, non accetta il principio che per mantenere alti i fatturati si debba passare sulla testa degli altri: per questo viene estromesso dal consiglio d'amministrazione e perde il lavoro. C'è una frase bellissima, che secondo me sintetizza bene il concetto. Michele, senza lavoro e in gravi difficoltà, tanto economiche quanto psicologiche, va dal suo ex socio, molto più arrivista di lui, della categoria di quelli che sanno stare al mondo. Va da lui e gli dice " guardati. io sono nella merda ma tu sei una merda". E c'è nel volto di Michele il disprezzo più profondo, per uno capace di scelte tanto crudeli. Quello di soldini è un film molto anti-borghese, che parla di idee, di rapporti umani, che carica tutti gli uomini di una responsabilità: la sorte dei propri concittadini, dei propri compagni di mondo. erano anni che in italia e nel mondo non si faceva un film così, tanto intransigente, tanto critico col sistema, altro che M.Moore, altro che Ken Loach, in confronto è robetta, a paragone quelli sono divertissement. e' un film politico, non è un film politico. si perchè non si parla di diritti negati, di emarginazione, di precarietà, se non a latere. al centro della storia c'è l'Uomo, nella sua dimensione più intima. ma non l'Uomo da solo, ma l'Uomo come parte di un corpo, come organo vitale di un meccanismo più complesso, l'umanità per l'appunto. Si perchè in fondo è questo che il capitalismo, ed il neo-liberismo ancora di più, corrode: la capacità di essere con. Non è un fatto di destra, di sinistra, di partiti democratici, di manifestazioni o cose del genere: al centro di tutto ci siamo noi, scimmie che si sono parecchio montate la testa. Ma quello di Soldini è anche un film di speranza, che punta sui legami personali più profondi, unico scrigno da custodire con cura. Lo so che state pensando "ti è piaciuto così tanto perchè è molto vicino alle solite cose che dici, è molto vicino alle idee che hai tu". Ebbene è cosi, mi è piaciuto tanto per questo. spero un giorno di riuscire a convincervi che almeno su questo, anzi solo su questo, io, Soldini, e moltissime altre persone, abbiamo perfettamente ragione.

p.s. qualche mese fa ho scritto un pezzo, si chiamava maltempo. ebbene parlava di questo..quanto il ritmo smetterà di essere a portata di fiato allora svegliami, ricominciamo tutto da capo.