Sunday, September 30, 2007


Cose da pazzi

mi chiama coso e dice "ma che fai, vieni stasera?"..e gli dico "vengo dove?".."ma come dove, non l'hai saputo?".."eh no, che?".."coso s'è cosato na gamba, dice se andiamo da lui".."cosato in che senso?"..."sta a casa, dice che nn si muove"...porca miseria penso, poveraccio coso.."e vengo si " gli dico "voi a che ora andate?"..."io vado per le 9..".."ok allora ci vediamo li"..poi mi fermo a riflettere meglio e mi dico "ma coso chi?mica ho capito di chi mi parlava"..e allora mi decido ha richiamare il tipo che mi aveve chiamato poco prima...mi fermo però a riflettere meglio "ma mo chi era quel coso che m'ha chiamato parlandomi di coso?"...un problema mica da niente..mi dico "prendo la rubrica, scorro i nomi e prima o poi mi verra in mente"..lettera A, amedeo, andrea, antonio, antonella, alessandra, alessia,...no no..B, barbara, beatrice, bionda,..no...C, coso, coso , cosa, coso di cosa, coso di coso, coso..mm, boh...andiamo avanti, d, davide, donatella, dario, dalila, debora..no no..e..f...g....h...o...p...k!,proviamo..vediamo un pò..eh si cristo, è lui, l'ho trovato, prima al telefono era Koso, con la kappa..e allora lo richiamo, ma mi da occupato..porca puttana, e ora che faccio..come rintraccio coso con la gamba cosata, se Koso non risponde...facciamo una cosa, gli mando un sms..ah Koso, quando hai finito di cosare co sto telefono squilla che devo parlarti..ma non mi richiamò mai, forse perchè anche lui non sapeva quale Coso fossi..Morale: prima o poi tutti diventiamo Coso.

Friday, September 28, 2007


Oggi ho visto "quinto potere"..la storia è nota: un giornalista sulla sessantina diventa in poco tempo una sorta di telepredicatore che riesce a tenere incollati al video milioni di persone. E fa invettive, e racconta storia, e si erge a tribuno del popolo, scagliandosi contro i mali dei tempi. Ma in questa storia c'è un'altra storia, quella di un personaggio di cui ora nn ricordo il nome. Lui rappresenta diciamo il bene, i valori, l'umanità sana che guarda con disincanto a tutto il fenomeno del telepredicatore. E' un uomo sulla cinquantina, ex-direttore della tv in cui lavora il telepredicatore. Ad un certo punto il cinquantenne inizia una storia con un'altra più giovane di lui, anche lei un pezzo grosso della tv. Lei è la classica donna in carriera, ossessionata dal lavoro, dall'utilitarismo, lei è il male, diciamo cosi, banalizzando di molto. Ma la cosa che mi è piaciuta del film, in generale banalotto, è una frase che il cinquantenne pronuncia, quando il rapporto con la giovane donna sta per terminare.
"ti chiedo di amarmi, compresi i miei dubbi primoridiali"..e mi è piaciuta questa cosa dei dubbi primordiali, del concetto di uomo, di cosa sia, di quanto ci si debba aspettare da lui. dubbi primordiali, proprio bello, è un interrogativo radicale, di base, è il nodo che se non lo sciogli rischia di strozzarti. Qualìè il nostro scopo sulla terra, cosa cazzo ci stiamo a fare? e cos'è importante nella vita di un uomo? su cosa ci si basa per dare un giudizio su di lui? si lo so, sono solo domande, e per giunta senza risposta. sono appunto dubbi, primordiali..e io non è che mi faccio questo genere di domande, davvero difficilmente arrivo a spunti tanto esistenziali..sono molto più parziale..non mi riesce di ragionare in termini di umanità, di popolo, di gente, di missione..insomma è ufficiale, sono profondamente non credente..ma non solo rispetto a Dio, diciamo rispetto a tutto quello che non sia il "qui ed ora"..o almeno credo.


p.s. E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine (a. pazienza)

Tuesday, September 25, 2007


In un quartiere di Roma sud - 25 settembre - ore 14 circa

-Patente e libretto prego..
-si. allora questà è la patente..
-bene. i libretto.
-un attimo che non lo trovo, sa, è la macchina di mio padre..
-qui il cedolino dell'assicurazione è scaduto.
-ah si?
-eh si.
-mmm, non saprei la macchina non è mia.
-mmm..comunque, sto libretto lo ha trovato?
- non ancora..senta faccio una cosa: chiamo mio padre, è al lavoro, così mi faccio dire dove lo ha messo.
- e faccia faccia..
tu..tu..tu..tu..telefono occupato

-senta è occupato, se vuole passo oggi pomeriggio al commissariato.
- al commissariato c'è la polizia, noi siamo carabienieri..
-ah si, scusi, è che non so come si dice..
-si dice "al comando"..
-ho capito. riprovo un attimo a telefonare..
tu..tu..tu..tu

- è occupato..
-mmm..ma suo padre che lavoro fa?
-lavora al Vaticano.
-ah, ho capito. vada, vada, non c'è problema.
-allora vado?
-vada, vada.

p.s. stasera suono, da solo, a "lettere caffè, via s.francesco a Ripa - Trastevere -Roma - ore 22 etc

Friday, September 21, 2007

Thursday, September 20, 2007

Posta-ccio

Ho il numero P122, sportello pacchi e spedizione lettere. Il display segnala uno snervante 98, dunque mi siedo ad aspettare, sulle sedie dell'ufficio postale di Casal Palocco. E' una zona strana Palocco, un quartiere che nonostante la vicinanza da casa mia non sono mai riuscito ad afferrare bene. Molti prati con bici, con gente che fa footing, parlando al telefono, vestiti da telefilm americano. E queste macchine potenti parcheggiate davanti le più o meno belle ville immerse nel verde. E io a palocco ci ho fatto le scuole medie; dal liceo in poi invece la mia vita si è spostata ad Ostia, quartiere che sento più vicino, nonostante la distanza da casa mia. In genere vado a Palocco per 3 ragioni: comprare le sigarette, fare piccola spesa, sbrigare qualche pratica all'ufficio postale. Ed è il caso di stamane, con il n.122 in mano. Dunque mi siedo ed osservò quest'umanità fatta di donne bionde gironzolarmi intorno: ci sono anche uomini e donne more, caratterizzati dall'abbigliamento che è sempre molto casual, con pantaloni finti usati e magliette sportive, per lo più con numeri scritti sopra (tipo squadre di football americane). Saremo stati al n.107 quando un signore anziano in abiti sdruciti si è seduto accanto a me (jeans davvero usati ed una felpetta acetata della diadora..verde marino). Ad un certo punto ci passa davanti, a me ed al signore, una ragazza, in carne, che per guadagnare anche lei un posto a sedere passa molto vicino, di spalle, al volto del signore. Lo sento che ridacchia, poi con fare complice avvicina la sua bocca al mio orecchio sinistro.
"aò" mi fa " m'ha messo il culo in faccia quella"
Io penso "eccola la, ho trovato il modo per farmi 2 risate".
Il vecchietto continua "io c'ho ottant'anni ma certe cose ancora un effetto me lo fanno".. e ride, di gusto, senza prendere sul serio quello che dice. E' una persona distinta, non un pervertito come si potrebbe erronamente pensare.
"erano più vestite le signorine dei bussolotti de na volta che queste normali de adesso..io pure c'ho 2 nipoti, una de 13 e una de 14, fanno a gara a chi je se vedono de più le mutante " e ride, ahahaha..e io con lui. poi gli faccio " che sono i bussolotti?"
"i casini, le case chiuse..quanno eravamo regazzini ce s'annava, na vorta ne facevamo de cazzate.."ride, sottovoce, per non farsi sentire.
"e dove stavano sti bussolotti?" gli chiedo. Il vecchietto galvanizzato dalla mia curiosità inizia a raccontare.."e stavano un pò dovunque, al centro..a via del corso ce n'erano 3 o 4..e pagavi o 500 o mille lire..le donne da mille lire erano qualcosa..però che ti devo dire, prima era più controllato: stavano li e le matrone gli facevano fare le visite ogni 15 giorni..le facevano dai preti, a S.Callisto, a Trastevere..poi negli anni 60 cominicarono a dire che era immorale, perchè lo stato guadagnava con le tasse, su sto tipo di attività. E quindi chiusero le case chiuse"e ride, per il gioco di parola appena pronunciato. Saremo stati al n.116 quando il signore anziano si è alzato, perchè era il suo turno. Allo sportello però l'aveva preceduto una ragazza, roscia, molto avvenente, in abiti molto succinti. La ragazza sosteneva di essere prima del signore e gli parlava senza guardarlo in faccia. Effettivamente aveva ragione, il vecchietto aveva anticipato il suo turno, sono sicuro per sbadataggine (in fondo aveva 80 anni!). La roscia guadagna lo sportello ed inizia a pagare (con la carta di credito, ovviamente) una bollette. Il vecchio si gira verso di me, incrocia il mio sguardo, ed indicando la ragazza fa un segno con la mano come per dire "ecco una che stava bene nei bussolotti..che significa casini, case chiuse". Mi sono fatto una risata, molto evidente, perchè la ragazza, era davvero maleducata e scortese e con un'atteggiamento da stronza che solo in certi quartieri si può trovare.

p.s. lo so, non sono tutti cosi..lo so, non bisogna generalizzare..

Monday, September 17, 2007

Attenzione: il contenuto del post potrebbe infastidire una fascia molto trasversale di lettori..che dice "ma pure sgamas se mette a fa il mucciniano?)
mi piacque quella canna, quella che mi feci il giorno prima della laurea..o bellissima quella nei giardini dell'università dopo l'ultimo esame..mi piacque quella a Bilbao, seduti in terra a gambe conserte..mi piacque la canna che mi feci prima di suonare al locale,.. sarà stato marzo..e poi suonai alla grande, o almeno cosi mi pareva lì per lì.. e con affetto ricordo quella della notte bianca, prima del concerto di Capossela..Ho sai quale pure, quella a Parigi mentre con un amico spagnolo montavamo delle cose girate ad una manifestazione..bella pure quella vedendo "la vita è un miracolo". ultimamente, con A..o quella, la prima di una mia amica..e ora che ci penso ne ricordo tutta una serie positiva a casa di un amico, un periodo che ci era preso a vederci i film in piccoli gruppi..e quella accesa uscendo di casa di Madeleine, dopo averle lasciato nella buca delle lettere una cosa...o aspè, quella il giorno della morte del Papa, davanti al red lion..quella al parchetto con N., parlando di malattie (per ridere eh..)..e invece sai quale mi stavo dimenticando?....quella ad Amsterdam, con un postumo di 2 ore, sdraiato alla fermata dell'autobus..quella co l'amico mio matematico e l'altro, il fissato per la bolivia..stavamo a drangoncello..madonna le risate..oddio la prima qual'è stata?no, non ricordo..ma non che queste siano state le migliori..non che abbia importanza, non che io sia un fissato per le canne..anzi, tutt'altro forse..giusto un post, perchè poi se non ne parli pare che non ne vuoi parlare perchè siccome tutti ne parlano allora tu per snobbismo non lo fai..e se ne parli allora significa che vuoi fare il giovane al passo coi tempi che parla di tutto, disinibito, con leggerezza, alla grande..tac...insomma, non si riesce mai a parlarne serenamente, bisogna sempre portare all'estremo!Io ho scritto sta cosa, punto e basta.

Maledetti vi amai

Mi incontro con Higuerra, Bak e Casarussia: tre internauti, tre persone col pelo sullo stomaco. E si parla del più e del meno, nel senso metaforico del termine (nessuno durante la discussione si è infatti sognato di entrare nel merito della liceità dei segni convenzionali che dominano le operazioni matematiche..non avremmo saputo di che parlare)..e qualcuno ha detto ma, qualcun altro bah, poi bi, bo..insomma c'era perplessità nell'aria. Eravamo giusto davanti ad uno stabilimento balneare, ognuno in una veste diversa: chi in costume, chi in bici, chi in dolce attesa (nel senso di attesa piacevole..), chi in odore di spesa (spesa nel senso di pesce,..qualcuno odorava di pesce, certo per la vicinanza del mare, non per altro.). Quando a un certo punto:
"hai saputo di K?"
"no, che è successo?"
"ha eliminato il blog.."
"e perchè?"
"boh, non s'è capito"
"e che cazzo, ma davvero?"
"si si, eliminato".
Dunque K aveva un blog dal titolo Maledetti vi amerò, ora non lo ha più e a noi ci è dispiaciuto parecchio. saluti Sgamas

Friday, September 14, 2007

- Hai saputo di Sgamas?
- Cosa?
- E' stato ammesso all'Università
- Ammesso? ma non s'è laureato l'anno scorso?
- Già, si è riscritto.
-ah si?e a cosa?
- Strizzacervelleria
- Che testa di cazzo.

Thursday, September 13, 2007

..questo secolo ormai alla fine, carico di parassiti senza dignità, mi spinge solo ad essere migliore con più volontà..(F.Battiato)
non è una frase meravigliosa, e vera, e incredibilmente lucida e matura, e umana?

Wednesday, September 12, 2007


Parlando con una mia amica, stasera sostenevo che c'è qualcosa che mi affascina della maleducazione (nel suo risvolto comico), anche se ancora devo capire precisamente cosa. Le frasi volgari, magari gridate, le parolacce, le pernacchie, i gestacci, le pose scomposte, insomma tutto questo genere di faccende. E i discorsi fuori luogo, i movimenti sbagliati, i "dice coso, che cosa ha cosato le cose di coso,"..che vi devo dire, mi attirano, mi sturano le orecchie. Forse è snobbismo al contrario.. boh, non saprei, o forse il fascino che normalmente hanno le cose distanti dal proprio modo di essere. Magari è tutto questo insieme, ma magari no. O forse è semplicemente che certi toni di voce, alcune costruzioni linguistiche, alcuni atteggiamenti, diciamolo, tipici di una certa romanità, mi fanni ridere: ed io alla risata sacrifico quasi tutto, anzi forse tutto. Si perchè, come si diceva con Higuerra l'altro giorno in bici: il cinismo, la maleducazione che fa ridere, risponde ad un sistema di valori diverso dal solito utilizzato. Un'espressione sboccata, (che spesso ha come fine proprio la risata, o comunque l'uscita dal normale flusso), deve rispettare un solo criterio: quello di far ridere, o sorridere. Giudicare moralmente una battuta è, credo, un errore. Secondo me il criterio è : se fa ridere è giusta, se no è sbagliata. Ora voi direte: la comicità non è universale. Vero, giusto, e infatti mica mi interessa trovare leggi valide sempre e comunque. Mica sto qui a fare della filosofia: è un'idea, molto parziale, punto e basta. si è poi è vero, ho fatto un pò di confusione tra comicità e volgarità..tra volgartà e maleducazione..insomma un pastrocchio...fate conto che non ho scritto niente..porca miseria però, l'idea di fondo c'era!

Sunday, September 09, 2007


In a Zappa's Mood

Stasera tornando in macchina mi sono convinto della necessità di dare vita, nel più breve tempo possibile, ad un progetto a cui penso da ormai qualche anno. Si tratta di una orchestra, piccola, non la filarmonica e comunque con strumenti, diciamo cosi, contemporanei. Dunque basso, batteria, chitarra, percussioni, tastiere, fiati etc..insomma un organico di una decina di elementi, i quali suonano però come un'orchestra, non come un gruppo. E la differenza sta che, secondo me e secondo molti musicisti più illustri, in un'orchestra gli strumenti non fanno da accompagnamento al cantante o al solista di turno: ogni strumento deve avere un proprio spazio, in un congegno quanto più corale possibile. Il progetto che voglio portare avanti però, non si ferma qui, non ci sarebbe nulla di eccezionale; no il progetto va ben oltre. Il repertorio dell'orchestra deve essere basato sulla "stronzata", sull'idiozia più totale, un'idiozia, neanche a dirlo però ragionata( portando avanti il discorso del grande Zappa..o meglio di un certo Zappa). Si tratta di dare sfogo,ordine e dignità musicale a tutte le stronzate che sono uscite nel giro di questa mia breve vita da mezzo musicaro. Si perchè dovete sapere che nel tempo, con gli amici musicari, sono usciti fuori un sacco di "ma sai che ridere se facessimo sta cosa..ma sai sto pezzo rifatto così..ma sai che figo rifatto colà". E allora immagino brani tipo "tango pe cantà" (tanto pe canta in spagnolo, con arrangiamento tango); oppure "sultans of swing" in russo, con arrangiamento alla Kusturica; o ancora "Halina", versione di "marina, marina" in arabo. insomma fare tutto questo genere di cose. Certo parlandone, non si capisce molto, ma vi assicuro che ho in mente cose da morire dal ridere. Le idee in testa ce l'ho chiare, ed anche parecchi arrangiamenti. Diversi musicari già sono disponibili e presi dal progetto, gli altri li troveremo e non vedranno l'ora di entrare nel progetto: ci sarà la fila!. Ho anche il nome (un orkestra senza nome ha vita breve). Si chiamerà "helamad orkestra" (leggetelo tuttoattaccato). Che faccio, inizio?

Friday, September 07, 2007

mi faccio una sorpresa!

"Da Luca Sgamas in poi, tutti qui per favore". Il largo corridoio era gremito di gente, eravamo al secondo piano e davanti a noi una grande vetrata mostrava il cielo fuori caricarsi d'inchiostro.
"per favore..da Luca Sgamas in poi, si entra qui". Mai successa una cosa del genere, mai successo di fungere da spartiacque; sensazione strana amici cari, come di celebrità. E allora mi presento all'omino che mi ha gridato ai quattro venti e:
"tu chi sei?"
"Sgamas"
"ah, proprio in persona.."
"eh si"
"allora entra. firma li, dai il documento a lei e ritira la busta col compito".
Sono il primo a sedermi nell'aula in stile fascista, enorme, con una navata centrale e le due laterali leggermente curve verso il centro. Porterà almeno 300 persone, che in minuti significa un'ora scarsa di attesa . Ed infatti arrivano tutti alla spicciolata, lentamente, date le macchinose procedure d'ingresso. Io sto li, che mi giro e rigiro la busta col compito; ogni tanto mi accarezzo la barba e considero che, ad occhio e croce, sono tra i più anziani presenti in aula. La responsabile della baracca fa il suo discorso di benvenuto ed è anche meno noiosa del solito; poi spiega le modalità di svolgimento del compito e, tra il fremere della folla, ci da il via. E subito un crepitare di buste che si scartano, risatine di eccitazione, qualche guancia che diventa rossa, qualche penna che cade in terra per la foga di far tutto subito. Io mi gusto tutto questo spettacolo, poi apro la mia busta. Leggo l'intestazione del primo foglio, poi il titolo della presentazione, poi il saluto del preside. Mi sono riscritto all'università, a Psicologia, come avrei sempre voluto fare. nonostante sia già laureato serve il test di ammissione: devono capire se posso riuscire negli studi universitari. Sono tornato una matricola e mi viene proprio da ridere: la cosa mi eccita, mi diverte da morire. Tra una decina di giorni escono le graduatorie...o dio, che paura, speriamo bene..ahahahahah
p.s. ho trovato anche un..come si chiama..quella cosa che due palle..mavoro..navaro..lovaro..loravo...ah no, lavoro, ecco si, lavoro. beh, diciamo lavoretto..per ora.

Wednesday, September 05, 2007

Di passaggio

Mi invitano alla festa di questo amico, una festa a sorpresa, un pò per tutti. Si perchè prima doveva essere in un posto, poi sulla spiaggia, poi in un altro posto ancora. Insomma, fino all'ultimo non si sapeva dove saremmo andati a parare. E finiamo in un locale chiamato "La fraschetta", sostanzialmente un sitio in cui si mangiano panini, quelli che ci si va alle 3 di notte in preda alla cosiddetta fame chimica. Andiamo lì perchè ci si passava sempre dopo il lavoro, quando il mio lavoro era fare il cameriere in un pub. Ed infatti la festa in questione è di un ex- collega, dove a ricoprire il ruolo di ex sono io, visto che lui lavora ancora al pub mentre io no, non lavoro, per pochi giorni ancora. Dunque ci incontriamo li e visto che è una festa a sorpresa, organizziamo il locale, che, nonostante non sia che un negozio è sistemato bene: divani, tavolinetti, insomma tipo osteria, una simpatica osteria. La ragazza del festeggiato ha comprato 10 volte gli alcolici necessari, tant'è che scaricando la macchina mi sento uno della protezione civile, di quelli che portano gli aiuti agli sfollati. Davvero c'era da bere per 200 persone, e noi non eravano che una trentina. Insomma dicevo, scarichiamo e sistemiamo le cose: il rhum, il gin, campari, coca, tonica, cinzano (!), succhi di pera, thè, e qualcuno giura di aver visto anche qualche bottiglia di amaro montenegro. Poi la torta ed infine le candeline. Arriva la mezzanotte e con lei il festeggiato, vestito del suo sorriso di sorpresa più credibile. auguri di qua ed auguri di la..ti sei invecchiato..quasi un quarto di secolo...e bella per te..e i capelli bianchi..insomma le solite cose. Finiti i convenevoli però accade che mi rendo conto di conoscere poche delle trenta persone intervenute all'evento, e per di più quelle che conosco non è che siano tra coloro i quali sono uso ad intrattenere conversazioni. Ed allora mi accollo a 2 ragazze, mezze amiche, che si sono imbucate e che conoscono a malapena il festeggiato. Sto con loro perchè sono abbastanza simpatiche ed anche perchè una delle due mi ha sempre intrigato un pò: è del tipo "stronza che da poca confidenza", le mie preferite. Parliamo un pò ma poi mi annoio, e cambio giro:la stronza non lo è poi così tanto e l'amica ride ad ogni mia mezza battuta. Così non c'è gusto, non vedo il mordente. Vado quindi da un altro paio di amici e si parla di oranonricordocosa..anche li, la situazione non decolla. Risate stanche, ritmi dilatati, molti ammiccamenti riempitivi. Allora esco fuori, a fumare una sigaretta, a prendere una boccata. Accendo sto veleno e d'un tratto mi vedo dall'esterno, come ripreso dalla camera a circuito interno di una banca: sembro il ragazzo che porta le pizze a domicilio e che sta lì ad un angolo ad aspettare che qualcuno gli paghi il conto. Lo stesso senso di precarietà, di attesa. Non disagio, non malessere, piuttosto quella fase in cui ci si chiede "si, vabè, e adesso?"..e siccome mi sono promesso, come modus vivendi, di fare solo le cose che mi va di fare, saluto tutti con un gran sorriso e me ne vado, dicendo che domani devo alzarmi presto. A differenza di quanto accade di solito poi, nessuno ha nulla da eccepire, perchè sotto sotto, ne sono certo, per una volta, ho anticipato tutti. Statemi bene, divertitevi, brindate anche per me..Non che sia stata una pessima festa; diciamo che mi è sfuggita, ecco tutto. Vabè dai, pazienza.

Tuesday, September 04, 2007

letto e riletto

e poi ho capito una cosa: le decisioni prese di notte, nel letto, non valgono, col sonno si dimentica l'impulso che le animava. quelle vere vanno prese al mattino, che, come è noto, ha l'oro in bocca. quelle sono le più preziose.

Sunday, September 02, 2007


Someday my princess will come

Someday my princess will come..someday i'll find my love..and how thrilling that moment will be when the princess of my dreams will comes to me..She'll whisper "i love you", and still a kiss or two.Though she's far away, i'll find my love one day.Someday when my dreams come true..
Someday i'll find my love, someone to call my own..and i'll know her the moment we meet..for my heart will start skiping a bit..someday we'll say and do things we have been loging to.Though she's far away. I'll find my love someday, someday when my dreams come true..

p.s.il brano si chiama "..someday my prince will come.."mi sono permesso di renderlo al femminile..in italiano è stata tradotta con "i sogni son desideri"..è quella l'aria..c'è una versione di miles davis e coltrane..ascoltatela..commovente.

Saturday, September 01, 2007


Miscelature

Un groviglio, ecco quello che c'è dentro, poco altro credo. Ad esempio un gomitolo di tanti pensieri e sensazioni e tu chiamale se vuoi emozioni. ed i grovigli sono fatti per essere sbrogliati, per snocciolare il percorso che parte di sicuro ma che non si sa dove va a finire e se finisce o continua ad infinitum. Quindi il difficile sta nell'individuare il cosiddetto bandolo della matassa, il punto dal quale il confuso ha origine, la fiamma che genere il caos, che genera un certo mal di schiena. Ebbene si mi ripeto, e la ragione sta tutta in questo discorso senza capo ne coda:e se la dinamica della vita fosse quella del ciambellone? E se una volta messi, gli ingredienti non si possono più separare, e diventa tutta una grande pasta, più o meno saporita. E allora è saggio chi riconosce il sapore di questo preparato e capisce cosa manca, se zucchero, se sale o se scende. Ebbene credo che una volta entrate nell'insalatiera della testa, certe idee difficilmente ne escono fuori. Ed allora migliorarsi è correggere il gusto, compensare, non certo escludere, togliere via. perchè non si può, perchè è tutto mescolato.