Friday, March 09, 2007

V.M. 18 anni

C'era una volta un albero, un balcone, una ragazza di guardia ad un bambino a pois. C'erano sull'albero palline di natale, nonostante fosse primavera, nonostante la temperatura avrebbe potuto sciogliere anche il più becero dei pupazzi di neve. Il balcone era ad un quinto piano, i puntini rossi invece tutti sulla faccia del piccolo Marmocchiot, pargolo uso al rutto post-conviviale, giovanissimo uomo sempre sull'orlo di una crisi di nervi. Da qualche tempo un varicellosico virus lo aveva attaccato coprendolo di punteggiatura rossastra sobre tutto il corpo, indi per cui se ne stava a casa, indi per cui i genitori avevano predisposto per lui un adeguato servizio di guardia. Il piccolo e docile Marmocchiot pareva un albero di natale con tutte le palline attaccate indosso, nonostante fosse primavera nonostante facesse caldo, senza farla troppo lunga. Ed anche lì ne aveva di punti rossi, anche lì, dove sole non batte e goccia non cade quando pioggia scende dal cielo; ed anche lì, dove le mani si mettono solo dopo una certa ora, e non troppo, che altrimenti si diventa ciechi. Il fatto è che il piccolo, dolce, docile, innocente, prematuro Marmocchiot sentiva il corpo invaso da un desiderio irresistibile di grattugiarsi, di scartavetrare dal proprio corpo quell'odioso senso di prurito: non era possibile però, non si poteva, e la ragazza era lì anche per vigilare che ciò non accadesse. Accadde però e la Storia ne è testimone. Il piccolo docile, casto, innocente, timido, tenero Marmocchiot avvertì tutto d'un tratto di non poterne di più, di non resistere con le mani in mano, di non potersene stare più fermo. Iniziò allora a grattarsi il viso, sfiorando il naso, poi le orecchie per continuare con gli occhi. E scese al petto, alla spalle, lungo la schiena, fino al cratere infiammato del monte ombelico. Ivi si ristorò per pochi istanti per poi riniziare la discesa agli inferi: nel frattempo una musica leggera, più leggera dell'aria, iniziò a spargersi per i contorni circostanti. Era un twist, se non ricordo male, di quelli che si ballano anche senza mani. Accadde così che a tempo di musica, il piccolo Marmocchiot giunse in prossimità dell'obelisco, della protuberanza che fa di ogni uomo un uomo. Si racconta che circumnavigò il paletto, che ci fece intorno un balletto, che ad un certo punto lo impugnò ed, in battere e levare, così fece e cantò "...una pippa a puà..perchè c'ho la varicellà..a puaaaaa..a puà a puà".

2 comments:

Anonymous said...

Diciamo che non è proprio andata così...diciamo che il bambino ha 3 anni e che ancora non rischia di diventare cieco...però bel modo di trasformare il noioso racconto a tre personaggi di una quasi ubriaca reduce da un limboconcerto...un giorno ti racconterò la vera storia del pisellino e la varicella!!
;)

sgamas said...

niente sconcezze però eh..sono un ragazzo timido..