Thursday, March 01, 2007


Tempo-rali

A. fa il buttafuori nel locale in cui lavoro, ha una quarantacinquina di anni ed occhi vispi da figlio di buona donna. Ci parlo spesso e, ad essere sinceri, è la persona più interessante che ho avuto modo di conscere lì dentro, da quando ci lavoro. A. da ragazzo ha ammazzato due persone, per questioni che lui dice "riguardano la famiglia": per questa ragione ha fatto circa 20 anni di carcere, per questa ragione ora ha l'aria stanca. A. dice che è una vita che lotta, che combatte, che ora si è scocciato, che vorrebbe un pò di calma, di pace ed io credo proprio che sia arrivato il momento che qualcuno provveda ad esaudire questo suo desiderio. Fare il buttafuori non gli piace perchè "anche se hai deciso, o meglio ti è capitato, di stare dalla parte dei buoni, ti ritrovi sempre come possibilità quella di ammazzare qualcuno". Ci parla della società per cui lavora e la descrizione che ne esce fuori non è propriamente quella di un ambiente e di un lavoro tranquillo. Con A. ci divertiamo spesso a citare i film di Totò, a raccontarci le barzellette: lui ne sa davvero molte, certo più di me. La settimana scorsa gli hanno ridato dopo più di 20 anni il passaporto e la cosa è per lui molto importante, e non è difficile capirne le ragioni. "in carcere" dice "il tempo si ferma. Ora che sono fuori, quando arrivo a fine serata invece mi preoccupo". "perchè?" gli chiedo. " perchè ho la sensazione che mi fugga di mano, 3 minuti mi sembrano tre ore". A. ha perso 20 anni della propria vita e per questo se ne rammarica: ogni gesto che fa, ogni frase che pronuncia ha come implicito quello, è inutile che ci giriamo attorno. Mary è accanto a me ed ascolta interessata i suoi discorsi, poi ad un certo punto gli chiede "ed il rapporto con i secondini com'è?". "di reciproco rispetto, a volte. Dopo un pò di tempo inizi a salutarti, a scambiare una parola: una parola al giorno anno dopo anno fanno un romanzo. " A. ha voglia di parlare, sembra aver aperto il rubinetto, inoltre è un grande oratore e noi lo ascoltiamo volentieri. Ci dice che dentro ha conosciuto Renato Curcio, che ci ha passato diversi anni insieme, ed altre cose che ora non mi va di dire. Poi succede però che il locale deve chiudere e che bisogna andare negli spogliatoi a cambiarsi ed a riprendere le proprie cose. Tempo 2 minuti e siamo fuori dal locale, in mezzo alla strada, con un vento fresco che arriva dal mare e screccia sui vetri delle parcheggiate. Come sempre A. è sparito, difficile che vada via insieme a tutti noi, lo fa sempre qualche minuto prima e senza salutare nessuno. Poco prima, mentre parlavamo, aveva detto che il carcere "ti crea una corazza intorno al cuore, che fa si che non ti freghi un cazzo degli altri, di quello che provano, di cosa gli succede". Credo sia per questo che non ci tiene a salutare, di noi gli importa poco. Peccato, perchè proprio, anche se può sembrare assurdo, o ancora peggio un romanticismo strappalacrime, lo considero una brava persona, affidabile, interessante, davvero un buon cittadino. Errori commessi a parte. nuit

p.s. scusate la forma del post..sono davvero esausto..e tra 4 ore sveglia di nuovo..

1 comment:

Anonymous said...

Bravo Sga.