Thursday, September 20, 2007

Posta-ccio

Ho il numero P122, sportello pacchi e spedizione lettere. Il display segnala uno snervante 98, dunque mi siedo ad aspettare, sulle sedie dell'ufficio postale di Casal Palocco. E' una zona strana Palocco, un quartiere che nonostante la vicinanza da casa mia non sono mai riuscito ad afferrare bene. Molti prati con bici, con gente che fa footing, parlando al telefono, vestiti da telefilm americano. E queste macchine potenti parcheggiate davanti le più o meno belle ville immerse nel verde. E io a palocco ci ho fatto le scuole medie; dal liceo in poi invece la mia vita si è spostata ad Ostia, quartiere che sento più vicino, nonostante la distanza da casa mia. In genere vado a Palocco per 3 ragioni: comprare le sigarette, fare piccola spesa, sbrigare qualche pratica all'ufficio postale. Ed è il caso di stamane, con il n.122 in mano. Dunque mi siedo ed osservò quest'umanità fatta di donne bionde gironzolarmi intorno: ci sono anche uomini e donne more, caratterizzati dall'abbigliamento che è sempre molto casual, con pantaloni finti usati e magliette sportive, per lo più con numeri scritti sopra (tipo squadre di football americane). Saremo stati al n.107 quando un signore anziano in abiti sdruciti si è seduto accanto a me (jeans davvero usati ed una felpetta acetata della diadora..verde marino). Ad un certo punto ci passa davanti, a me ed al signore, una ragazza, in carne, che per guadagnare anche lei un posto a sedere passa molto vicino, di spalle, al volto del signore. Lo sento che ridacchia, poi con fare complice avvicina la sua bocca al mio orecchio sinistro.
"aò" mi fa " m'ha messo il culo in faccia quella"
Io penso "eccola la, ho trovato il modo per farmi 2 risate".
Il vecchietto continua "io c'ho ottant'anni ma certe cose ancora un effetto me lo fanno".. e ride, di gusto, senza prendere sul serio quello che dice. E' una persona distinta, non un pervertito come si potrebbe erronamente pensare.
"erano più vestite le signorine dei bussolotti de na volta che queste normali de adesso..io pure c'ho 2 nipoti, una de 13 e una de 14, fanno a gara a chi je se vedono de più le mutante " e ride, ahahaha..e io con lui. poi gli faccio " che sono i bussolotti?"
"i casini, le case chiuse..quanno eravamo regazzini ce s'annava, na vorta ne facevamo de cazzate.."ride, sottovoce, per non farsi sentire.
"e dove stavano sti bussolotti?" gli chiedo. Il vecchietto galvanizzato dalla mia curiosità inizia a raccontare.."e stavano un pò dovunque, al centro..a via del corso ce n'erano 3 o 4..e pagavi o 500 o mille lire..le donne da mille lire erano qualcosa..però che ti devo dire, prima era più controllato: stavano li e le matrone gli facevano fare le visite ogni 15 giorni..le facevano dai preti, a S.Callisto, a Trastevere..poi negli anni 60 cominicarono a dire che era immorale, perchè lo stato guadagnava con le tasse, su sto tipo di attività. E quindi chiusero le case chiuse"e ride, per il gioco di parola appena pronunciato. Saremo stati al n.116 quando il signore anziano si è alzato, perchè era il suo turno. Allo sportello però l'aveva preceduto una ragazza, roscia, molto avvenente, in abiti molto succinti. La ragazza sosteneva di essere prima del signore e gli parlava senza guardarlo in faccia. Effettivamente aveva ragione, il vecchietto aveva anticipato il suo turno, sono sicuro per sbadataggine (in fondo aveva 80 anni!). La roscia guadagna lo sportello ed inizia a pagare (con la carta di credito, ovviamente) una bollette. Il vecchio si gira verso di me, incrocia il mio sguardo, ed indicando la ragazza fa un segno con la mano come per dire "ecco una che stava bene nei bussolotti..che significa casini, case chiuse". Mi sono fatto una risata, molto evidente, perchè la ragazza, era davvero maleducata e scortese e con un'atteggiamento da stronza che solo in certi quartieri si può trovare.

p.s. lo so, non sono tutti cosi..lo so, non bisogna generalizzare..

6 comments:

Anonymous said...

..li becchi tutti te cmq..immagino comunque la tizia rossa con fare da stronzetta allo sportello..

ps. mi hai fatto venire in mente il vecchietto a cui avevi dato na mano a cambiare na rota mentre pioveva, chissà perchè.

Rasta

sgamas said...

si, davvero li becco tutti io..sarà che mi piace proprio tanto incontrare.

Roberto said...

Beh però l'evidente lato positivo della vicenda è che l'attesa per la fila è stata un po' più piacevole.
A me il massimo di divertente che è capitato (peraltro nello stesso identico ufficio postale, visto che abito là dietro) è stata una tipica conversazione riguardo al fatto che c'erano tante persone in fila con una signora che alla fine ha chiosato saggiamente: "L'importante è che scorrino".

Anonymous said...

Anche io voglio una maglietta con il numero (quello dello sportellod ella posta), voglio un macchinone potente (per arrivare alla posta), una capigliatura roscia (sempre per andare alla posta) e un fiero atteggiamento da isterica (per farmi spedire a quel paese...sempre alla posta).

cIAO LUkE

Anonymous said...

Hai dimenticato una delle ragione per cui vai a palocco: rimorchiarti le palocchine...hehehehhehehe

sgamas said...

ah laurè..pensa ai catalanacci tuoi!!