Wednesday, September 05, 2007

Di passaggio

Mi invitano alla festa di questo amico, una festa a sorpresa, un pò per tutti. Si perchè prima doveva essere in un posto, poi sulla spiaggia, poi in un altro posto ancora. Insomma, fino all'ultimo non si sapeva dove saremmo andati a parare. E finiamo in un locale chiamato "La fraschetta", sostanzialmente un sitio in cui si mangiano panini, quelli che ci si va alle 3 di notte in preda alla cosiddetta fame chimica. Andiamo lì perchè ci si passava sempre dopo il lavoro, quando il mio lavoro era fare il cameriere in un pub. Ed infatti la festa in questione è di un ex- collega, dove a ricoprire il ruolo di ex sono io, visto che lui lavora ancora al pub mentre io no, non lavoro, per pochi giorni ancora. Dunque ci incontriamo li e visto che è una festa a sorpresa, organizziamo il locale, che, nonostante non sia che un negozio è sistemato bene: divani, tavolinetti, insomma tipo osteria, una simpatica osteria. La ragazza del festeggiato ha comprato 10 volte gli alcolici necessari, tant'è che scaricando la macchina mi sento uno della protezione civile, di quelli che portano gli aiuti agli sfollati. Davvero c'era da bere per 200 persone, e noi non eravano che una trentina. Insomma dicevo, scarichiamo e sistemiamo le cose: il rhum, il gin, campari, coca, tonica, cinzano (!), succhi di pera, thè, e qualcuno giura di aver visto anche qualche bottiglia di amaro montenegro. Poi la torta ed infine le candeline. Arriva la mezzanotte e con lei il festeggiato, vestito del suo sorriso di sorpresa più credibile. auguri di qua ed auguri di la..ti sei invecchiato..quasi un quarto di secolo...e bella per te..e i capelli bianchi..insomma le solite cose. Finiti i convenevoli però accade che mi rendo conto di conoscere poche delle trenta persone intervenute all'evento, e per di più quelle che conosco non è che siano tra coloro i quali sono uso ad intrattenere conversazioni. Ed allora mi accollo a 2 ragazze, mezze amiche, che si sono imbucate e che conoscono a malapena il festeggiato. Sto con loro perchè sono abbastanza simpatiche ed anche perchè una delle due mi ha sempre intrigato un pò: è del tipo "stronza che da poca confidenza", le mie preferite. Parliamo un pò ma poi mi annoio, e cambio giro:la stronza non lo è poi così tanto e l'amica ride ad ogni mia mezza battuta. Così non c'è gusto, non vedo il mordente. Vado quindi da un altro paio di amici e si parla di oranonricordocosa..anche li, la situazione non decolla. Risate stanche, ritmi dilatati, molti ammiccamenti riempitivi. Allora esco fuori, a fumare una sigaretta, a prendere una boccata. Accendo sto veleno e d'un tratto mi vedo dall'esterno, come ripreso dalla camera a circuito interno di una banca: sembro il ragazzo che porta le pizze a domicilio e che sta lì ad un angolo ad aspettare che qualcuno gli paghi il conto. Lo stesso senso di precarietà, di attesa. Non disagio, non malessere, piuttosto quella fase in cui ci si chiede "si, vabè, e adesso?"..e siccome mi sono promesso, come modus vivendi, di fare solo le cose che mi va di fare, saluto tutti con un gran sorriso e me ne vado, dicendo che domani devo alzarmi presto. A differenza di quanto accade di solito poi, nessuno ha nulla da eccepire, perchè sotto sotto, ne sono certo, per una volta, ho anticipato tutti. Statemi bene, divertitevi, brindate anche per me..Non che sia stata una pessima festa; diciamo che mi è sfuggita, ecco tutto. Vabè dai, pazienza.

2 comments:

Anonymous said...

Io me ne sarei andata anche prima. Adesso, però. A 26 anni sarei rimasta tutta la sera a fumare una sigaretta dopo l'altra solo per aver qualcosa da tenere in mano e a scambiare parole idiote con gente che non mi interessava. Come si cambia per non morire.

sgamas said...

che citazioni colte!!comunque no, restare non era il caso, il fumo fa male.