Wednesday, September 12, 2007


Parlando con una mia amica, stasera sostenevo che c'è qualcosa che mi affascina della maleducazione (nel suo risvolto comico), anche se ancora devo capire precisamente cosa. Le frasi volgari, magari gridate, le parolacce, le pernacchie, i gestacci, le pose scomposte, insomma tutto questo genere di faccende. E i discorsi fuori luogo, i movimenti sbagliati, i "dice coso, che cosa ha cosato le cose di coso,"..che vi devo dire, mi attirano, mi sturano le orecchie. Forse è snobbismo al contrario.. boh, non saprei, o forse il fascino che normalmente hanno le cose distanti dal proprio modo di essere. Magari è tutto questo insieme, ma magari no. O forse è semplicemente che certi toni di voce, alcune costruzioni linguistiche, alcuni atteggiamenti, diciamolo, tipici di una certa romanità, mi fanni ridere: ed io alla risata sacrifico quasi tutto, anzi forse tutto. Si perchè, come si diceva con Higuerra l'altro giorno in bici: il cinismo, la maleducazione che fa ridere, risponde ad un sistema di valori diverso dal solito utilizzato. Un'espressione sboccata, (che spesso ha come fine proprio la risata, o comunque l'uscita dal normale flusso), deve rispettare un solo criterio: quello di far ridere, o sorridere. Giudicare moralmente una battuta è, credo, un errore. Secondo me il criterio è : se fa ridere è giusta, se no è sbagliata. Ora voi direte: la comicità non è universale. Vero, giusto, e infatti mica mi interessa trovare leggi valide sempre e comunque. Mica sto qui a fare della filosofia: è un'idea, molto parziale, punto e basta. si è poi è vero, ho fatto un pò di confusione tra comicità e volgarità..tra volgartà e maleducazione..insomma un pastrocchio...fate conto che non ho scritto niente..porca miseria però, l'idea di fondo c'era!

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