Saturday, July 07, 2007


O-d'ori o d'argento

Patapum...e la finestra si ruppe ed i vetri caddero in terra, a macchiare di riflessi la camera da letto. Che sembrava una cucina, per i gli odori presenti nell'aria, uno più scomposto dell'altro. Dalla camicia s'alzava un puzzo che a strizzarla se ne sarebbe ricavata una mezza sigaretta. Nei pantaloni, a scacchi, un'arrocco di fritto misto a vino, con spruzzate di aceto balsamico, con accenni di sapone liquido concentrato per piatti. Attaccato alle pareti un emetter d'intonaco perlinato, con rare venature, qui e lì, di vernice rosso pompeano lavabile. Ed io me ne stavo nel letto, a considerare col naso meglio che con la testa; a rendermi conto di quello che sparisce allo sguardo, all'udito, ma s'aggrappa all'olfatto e fa perdere il senso meno considerato dalla storia: quello dell'orientamento. Si perchè, ho da sempre l'abitudine di annusare tutto: i cibi prima di mangiarli, le bevande prima di scioglierle in gola, i vestiti prima di indossarli, i capelli antes que gettarli via nel secchio. E poi negli abbracci cercare di capire chi si ha di fronte dall'odore; e quello di saliva che ti resta appeso alle guance per la troppa passione, per una certa maleducazione sentimentale. Il guaio è voler parlare di ciò che di parole non è fatto, è questo l'infatile tentativo che non può che lasciare insoddisfatti..sniff sniff..fff..questo schermo, che puzza, ma quale buonanotte?

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