Wednesday, November 07, 2007


Eccomi di nuovo, eccomi di vecchio.

Sono tornato, si era rotto il pc, ma ora è come nuovo, ho cambiato l'alimentatore.
Stasera sono andato al cinema, con un'amica di vecchia data, a vedere un film dell'orrore, l'ultimo di Soldini, quello di pane e tulipani, con Albanese e la Buy. Andate a vederelo, non andate a vederlo. E' un film perfetto, asciutto, tanto reale da sembrare assurdo, così vero da risultare insensato; il problema sta tutto nella storia che racconta. La storia non ve la racconto: i film vanno visti, come le canzoni vanno ascoltate, i libri letti, i quadri osservati. Vi dico solo che parla di un uomo che perde il lavoro e fatica a trovarne un altro. In mezzo ci sono montagne di frustrazioni, disperazioni, giorni incomprensibili, vite che cambiano repentinamente d'aspetto. Michele ed elsa, i due protagonisti, sono due benestanti che dalla sera alla mattina si trovano con nulla in mano, o almeno con nulla di quello che avevano fino al giorno prima. La disfatta "sociale" apre infatti il terreno alla dignità dei sentimenti, alla forza dei legami più stretti: ma detto così è banale ed il film tutto è tranne che banale. E' un film piuttosto dell'orrore, molto intenso, un brutto cazzotto nello stomaco. Ma è anche un film sulla dignità, sulla giustizia, sull'importanza di essere delle brave persone. Michele diventa povero perchè non se la sente di cacciare via i propri operai, non ce la fa a lincenziarli, non accetta il principio che per mantenere alti i fatturati si debba passare sulla testa degli altri: per questo viene estromesso dal consiglio d'amministrazione e perde il lavoro. C'è una frase bellissima, che secondo me sintetizza bene il concetto. Michele, senza lavoro e in gravi difficoltà, tanto economiche quanto psicologiche, va dal suo ex socio, molto più arrivista di lui, della categoria di quelli che sanno stare al mondo. Va da lui e gli dice " guardati. io sono nella merda ma tu sei una merda". E c'è nel volto di Michele il disprezzo più profondo, per uno capace di scelte tanto crudeli. Quello di soldini è un film molto anti-borghese, che parla di idee, di rapporti umani, che carica tutti gli uomini di una responsabilità: la sorte dei propri concittadini, dei propri compagni di mondo. erano anni che in italia e nel mondo non si faceva un film così, tanto intransigente, tanto critico col sistema, altro che M.Moore, altro che Ken Loach, in confronto è robetta, a paragone quelli sono divertissement. e' un film politico, non è un film politico. si perchè non si parla di diritti negati, di emarginazione, di precarietà, se non a latere. al centro della storia c'è l'Uomo, nella sua dimensione più intima. ma non l'Uomo da solo, ma l'Uomo come parte di un corpo, come organo vitale di un meccanismo più complesso, l'umanità per l'appunto. Si perchè in fondo è questo che il capitalismo, ed il neo-liberismo ancora di più, corrode: la capacità di essere con. Non è un fatto di destra, di sinistra, di partiti democratici, di manifestazioni o cose del genere: al centro di tutto ci siamo noi, scimmie che si sono parecchio montate la testa. Ma quello di Soldini è anche un film di speranza, che punta sui legami personali più profondi, unico scrigno da custodire con cura. Lo so che state pensando "ti è piaciuto così tanto perchè è molto vicino alle solite cose che dici, è molto vicino alle idee che hai tu". Ebbene è cosi, mi è piaciuto tanto per questo. spero un giorno di riuscire a convincervi che almeno su questo, anzi solo su questo, io, Soldini, e moltissime altre persone, abbiamo perfettamente ragione.

p.s. qualche mese fa ho scritto un pezzo, si chiamava maltempo. ebbene parlava di questo..quanto il ritmo smetterà di essere a portata di fiato allora svegliami, ricominciamo tutto da capo.

2 comments:

Anonymous said...

Stonehead

quando il tempo, non quanto...

comunque mi piaceva di più la versione "politica".

Indissolubilmente vostro ammiratore

Anonymous said...

dice...ma quello che inizia co li tamburi africani e la tizia che fa li strilli??!!!

Rasta