Saturday, June 23, 2007

E per bacco!


E stasera ho capito un'altra cosa: suonare non sempre è bello. Erano anni che non suonavo in un ristorante-pizzeria etc..ed ora mi spiego perchè. Non ha proprio senso farlo, il pubblico, anzi i clienti, ti considerano poco più che tappezzeria. Ed allora visto che non ci devo campare con la musica, spero di non suonare mai più in una situazione del genere, perchè è mortificante, perchè dallo strumento non esce nulla di buono. Il principio infatti è semplice: c'è chi suona e chi ascolta, altrimenti salta tutto, non ne vale la pena. Ma non per un discorso tirannico di quello che dice: "ora stai zitto e ascolta quanto sono bravo". no, al contrario, è per un fatto di buona educazione e di curiosità . Se viene l'idraulico a casa lo lasci lavorare, se vai dal panettiere compri il pane, se vai a vedere un flim guardi il film, se infine parli con un amico ascolti quello che ti dice. E invece con la musica no, pare che non funzioni così: devi stare li e suonare di sottofondo, senza disturbare troppo, senza catturare troppo l'attenzione di chi dovrebbe ascoltare. Tant'è che andando via, sono passato dal gestore a ritirare i soldi e gli ho rivolto la fatidica domanda "com'è andata?". E questo grassone, questo obeso commerciante burino non mi va a rispondere "ma, bene, la gente non si è lamentata". A me in queste situazioni viene da ridere, perchè è evidente che sono discorsi privi di umanità. Ripeto, è un fatto di curiosità, di ascoltare perchè magari si può imparare qualcosa di nuovo, conoscere un altro lato della propria sensibilità, aprirsi a possibilità di provare emozioni diverse dal solito. Magari sgradevoli, magari piacevoli, estasianti: comunque qualcosa in aggiunta al normale scorrere degli eventi. Di affitti, di compleanni, di lavoro, dellaromaedellalazio, si può anche parlare in un secondo momento, quando chi è sul palco ha smesso di dire la sua. La musica è frutto di centinaia di anni di evoluzioni, è la somma (a volte la sottrazione) di grandi intelligenze, di menti incredibilmente sensibili, che molto hanno da insegnare a tutti. E chi suona è in un certo senso un mezzo per far rivivere ad altri, ed a se stessi, opere spesso estasianti. Non si buttano le carte per terra, come non si scrive su un palazzo, non si calpestano le aiuole come non si dovrebbero rompere i vetri della auto altrui. Perchè?Perchè qualcuno ha speso il suo tempo a pulire la strada, a progettare e costruire un palazzo, a rasare ben bene il prato, ad imparare a suonare uno strumento..e il tempo degli altri, come il proprio, è sacro ed è un vero peccato buttarlo in una pizzeria nel ruolo di tappezzeria.Ma non c'è astio nelle mie parole, quanto piuttosto rammarico. Ci vuole tanto a capire che dobbiamo imparare ad avere cura del lavoro del prossimo?

foto Fabio Gaigher

4 comments:

Anonymous said...

dice.."si nessuno ha chiamato le guardie..o ha minacciato lanci di bottiglie.."
"IO sono uno dei pochi che fa musica qui sul Litorale..perchè ci credo, perchè mi piace.."

..te pò venì solo da ride..
:)

..continuo ad avere troppi capelli!

Domhir Muñuti said...

E dice che quella sera a me e al mio gruppo non c'hanno pagato -al classico village- perché coi proventi andava pagato il fonico.. dunque il fonico è un lavoratore, come lo sono il barista, il buttafuori, il sicario, il sostituto procuratore, il parcheggiatore napoletano.. i musicisti no.. è un discorso diverso ma m'è venuto in mente ora, così.

Domhir Muñuti said...

E dice poi che il musico non è lavoratore perché ha l'aria di divertirsi, perché beve birra, perché tanto il padrone della bettola lo sa che se non ti paga tu -spesso e volentieri- suoni uguale, ché suonare è una cosa bella e inutile. E babbè.

sgamas said...

ma perchè vendere la birra è una cosa utile?..