Friday, October 06, 2006


La storia potrebbe iniziare così:
C' è una giornalista, una brava giornalista. Una di quelle per cui la parola è tutto, dalla voce suadente, ferma, decisa, intrigante nei modi, soprattutto quando viene inquadrata in primo piano durante il tg. Una bella mattina si alza, per nulla intronata e assai soddisfatta di sé stessa: la aspetta l' edizione delle 13, una succulenta edizione di fine estate. Si lava', spende circa un' ora e mezzo al trucco, infila il suo tailleur all' ultimo grido e, prima di uscire, decide di chiamare in redazione per avvertire che arriverà con 10 minuti di ritardo. Ma quando tenta di rispondere alla voce del suo interlocutore in redazione, si accorge con grande stupore che non riesce ad articolare alcuna parola. Né un suono , Né un verbo, tantomeno una frase. Niente di niente. Le esce dalla gola solo un sibilo strozzato. La giornalista incomincia ad agitarsi, tentando di parlare ma non riuscendo a farlo. Il suo interlocutore riattacca, lasciandola disperata sul portone di casa.
Stacco.

In uno studio televisivo di una piccola rete privata, un giornalista sta per andare in onda. Un uomo di mezza età, che ha dalla sua il peso degli affanni di una vita trascorsa a rincorrere chimere. Quest' uomo ha deciso, proprio a due minuti dalla messa in onda del tg, che non proferirà mai più parola. Mai più. Un ampio sorriso gli dipinge il volto..

1 comment:

sgamas said...

buon inizio di storia le cannù..mi ricorda qualcosa però..