Saturday, November 01, 2008


Lezione numero 1


Eravamo in toscana, a suonare, per strada, nelle piazze, come abbiamo fatto per un paio di anni. la musica sempre la nostra, la solita, il latin, musica cubana più che altro, musica dei buena vista social club soprattutto. ricordo che eravamo 4/6 del gruppo, mancavano i percussionisti, corrado e andrea. e fu proprio corrado a telefonare, a darci la notizia :"ibrahim è morto ieri". era il 6 agosto quando una stella si spense a l'havana, il più grande sonero di tutti i tempi, ibrahim ferrer, il "nat king cole" dell'america latina ci aveva lasciato e ricordo che per me, per noi, fu un giorno triste. Era nato 78 anni prima e nonostante il talento aveva raggiunto il successo solo in tarda età, nel 1997 quando Ry Cooder aveva prodotto il disco Buena Vista, facendo conoscere al mondo intero, me compreso, una musica fantastica e dei musicisti incredibilmente bravi. Ho poche passioni musicali che resistono agli anni, al tempo che passa, all'orecchio che si affina: ibrahim è in cima alla lista. Quanda canta, il mago del bolero, del son, l'anima si calma, i brividi coprono il corpo. Giuro che non riesco a fare altro quando metto un suo cd, non è roba che riesco ad ascoltare in sottofondo: c'è troppa anima, troppo sudore e fiato e passione quando canta. La fortuna ha voluto che io sia riuscito a vederlo anche dal vivo, a Roma, in un concerto strepitoso: lui, a 75 anni che ballava, vestito elegante come i cantanti di una volta, con la coppola di ordinanza a coprire i pochi capelli bianchi. Insieme a Omara Portuondo, una storica e fantastica cantante cubana, ha inciso qualche anno fa un brano, si chiama "silencio": ebbene, ritengo sia una delle cose più belle mai incise nella storia della musica. Nel video del brano ci sono lui e lei, entrambi anziani, che cantano guardandosi negli occhi, accennando un lento: romaticismo allo stato puro. mentre scrivo è sabato, sono le 23 e dovrei uscire e solo una cosa mi fa tardare, mi incolla alla sedia: la sua voce, quella semplicità impossibile da raccontare. E so già che staserà forse mi divertirò, forse mi annoierò, forse farò persino tardi appresso a discorsi di sicuro incocluedenti, buttati lì per ammazzare il tempo e poco più. So quello che non farò però, so già quello che mancherà di sicuro: la passione che c'è nella sua voce, quella verità, quella impetuosa voglia di vivere che dalle nostre parti, in questo stupido mondo, pare quasi fuori luogo. Dai grandi artisti arriva sempre la stessa lezione: fino in fondo, andare sempre e comunque fino in fondo.
p.s.date un'orecchiata

1 comment:

Sara said...

Ciao Luca. ho aperto un nuovo blog. Se vuoi, puoi sostituirlo al vecchio link. Grazie..
Stavolta faccio sul serio...
Un bacio sor maè
Sara